Quando il tessuto è una fotocamera

Quando il tessuto è una fotocamera

Ricercatori del MIT sono riusciti a carpire immagini da una maglia di tessuto foto-sensibile, senza lenti e grazie alle nanotecnologie. Si intravedono applicazioni militari
Ricercatori del MIT sono riusciti a carpire immagini da una maglia di tessuto foto-sensibile, senza lenti e grazie alle nanotecnologie. Si intravedono applicazioni militari

Al Massachusetts Institute of Technology sono riusciti nell’ennesima impresa, vale a dire trasformare quello che all’apparenza è semplice tessuto in un sistema di “raccolta immagini” capace di scattare istantanee, senza però l’utilizzo di lenti. Merito delle nanotecnologie e dei materiali semiconduttori con cui sono state create le fibre del suddetto tessuto.

Tali fibre sono sensibili alla luce, potendo assorbire particolari frequenze dello spettro elettromagnetico , e producendo segnali digitali che se amplificati e raccolti da un sistema informatico producono le immagini tanto agognate. Ogni fibra misura meno di un millimetro di diametro, ed è composta da due gusci cilindrici semiconduttori connessi al mondo esterno attraverso quattro elettrodi integrati.

“Questa è la prima volta che qualcuno sia riuscito a dimostrare come una singola superficie fatta di fibre possa raccogliere immagini proprio come una macchina fotografica ma senza lenti” ha detto il professore associato di scienze dei materiali del MIT Yoel Fink, che assieme ai colleghi ha lavorato al progetto e lo ha pubblicato sul magazine Nano Letters .

Oltre a sottolineare l’importanza del nuovo avanzamento, dal MIT suggeriscono anche delle possibili implementazioni una volta raffinata la tecnologia, utilizzi che non potevano che essere di tipo militare: un soldato che indossi un’uniforme composta da maglie in fibra ottica , dicono i ricercatori, potrebbe avere a sua disposizione una visione a 360 gradi del campo di battaglia , con la relativa possibilità di avvistare nemici e pericoli dovunque essi si annidino.

Senza poi tenere conto del fatto che una maglia in “fibra” ipertecnologica risulterebbe meno suscettibile agli effetti di danneggiamenti in un singolo punto, continuando a funzionare anche in caso di ferita del portatore e di lacerazione per qualsivoglia motivo.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
9 lug 2009
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