L'ombra di MPAA sul fondatore di Isohunt

L'ombra di MPAA sul fondatore di Isohunt

L'ira funesta di Hollywood nei confronti dei torrentisti si abbatte sul futuro di Gary Fung. Ovunque andrà e fino alla fine dei suoi giorni
L'ira funesta di Hollywood nei confronti dei torrentisti si abbatte sul futuro di Gary Fung. Ovunque andrà e fino alla fine dei suoi giorni

Una grande ombra è calata sul futuro di Gary Fung, fondatore di Isohunt. Il giovane imprenditore di origini cinesi sarà seguito e tormentato a vita, come nelle faide messe in piedi dalle inimicizie più grandi. Un’ombra minacciosa e potente che ha un nome o, meglio, una sigla: MPAA. “Se Gary Fung crea un sito legale – ha dichiarato Stephen Fabrizio, avvocato dell’industria cinematografica statunitense – saremo lì. Se vende la sua azienda per 100 milioni di dollari, saremo lì. Per il resto della sua vita gliela faremo pagare”.

Tutto ebbe inizio nel 2006 quando MPAA condannò a morte nove tra i più importanti portali online, rei di offrire link verso contenuti condivisi illegalmente. Vennero banditi, tra gli altri, TorrentBox, TorrentSpy e, appunto, Isohunt, tutti appartenenti alla categoria dei motori di ricerca e non dei siti appositamente creati per lo scambio di file. Proprio per questo motivo, nel 2008, Gary Fung ricordò ad un tribunale di Los Angeles che il suo sito è semplicemente un search engine per l’indicizzazione dei contenuti e non per lo spaccio, come sostenuto dall’industria del cinema.

Isohunt come Google, quindi. Se Fung e soci hanno affermato di guadagnare solo attraverso la pubblicità, i legali di MPAA sono di diverso avviso: “Il sito Isohunt – ha continuato Fabrizio – è stato fondato ed esiste quasi esclusivamente grazie alla violazione del copyright. Nostri studi statistici mostrano che oltre il 95 per cento dei torrent stanno infrangendo la legge. Questo sito esiste per un unico scopo: permettere alle persone di rubare”.

“Rubare” come ha fatto TorrentSpy, condannato a pagare 110 milioni di dollari in seguito a circa 3700 violazioni denunciate in aula dagli uomini di MPAA. Fung non si è mostrato impaurito davanti ai propositi di stritolamento perpetuo, dichiarando che le sue attività contribuiranno a costruire il futuro del mercato. “Quando parliamo di copyright – ha commentato – dovremmo essere più lungimiranti. È un grande tema per la nostra cultura e l’attuale stato del copyright potrebbe non corrispondere a quello che verrà in seguito. L’utilizzo di BitTorrent è crescente, anche da parte dei grandi media”.

Qualcuno ha dei dubbi sulle reali disponibilità liquide di Fung per risarcire MPAA come ha dovuto fare TorrentSpy. Fabrizio, tuttavia, non ha avuto alcun dubbio nell’affermare che Isohunt facesse della condivisione la sua principale fonte di guadagno. E nel caso Fung non possa effettivamente pagare, le luci di Hollywood saranno sempre puntate sulla sua testa.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 16 lug 2009
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