Sono basati sullo stesso principio e sulla la stessa classe di materiali, ma servono a scopi diametralmente opposti: l’uno è il mantello dell’invisibilità già realizzato (in forma di prototipo largamente limitato nelle sue capacità) presso la Duke University , mentre l’altro è il recentemente disvelato specchio universale, realizzato grazie a uno sforzo congiunto tra ricercatori europei e asiatici. Al contrario del primo, il secondo pretende di rimandare al mittente le onde elettromagnetiche , rendendo perfettamente visibili cose e persone, non importa quale sia l’angolazione da cui proviene la luce.
Uno specchio ordinario si premura di riflettere la luce con un angolo di 90 gradi, mentre lo specchio universale riflette da qualsiasi angolo, di modo che un eventuale osservatore dell’aggeggio si vedrebbe perfettamente specchiato da tutte le possibili posizioni di osservazione. In questo caso le onde luminose non “scivolano” su un oggetto equipaggiato con il mantello invisibile citato poc’anzi, ma vengono fatte rimbalzare indietro in qualsiasi condizione di visibilità.
Il comportamento tra i due sistemi è speculare ma alla loro base ci sono sempre i “soliti” metamateriali, composti con caratteristiche derivanti dalla loro struttura fisica piuttosto che dalla miscela degli elementi chimici da cui sono formati. Ingegnerizzando opportunamente metamateriali di dimensioni inferiori allo spettro delle onde elettromagnetiche da gestire si può far virare la luce nella maniera che si vuole , e se l’approccio della Duke aveva fino a ora suggerito l’idea della possibile invisibilità, quello della nuova ricerca prevede l’esatto opposto con una conformazione fisica differente.
Parlando di possibili applicazioni pratiche , uno specchio universale risulterebbe tanto utile quanto un mantello dell’invisibilità: equipaggiare satelliti, aerei e navi con specchi super-riflettenti permetterebbe ad esempio di tracciarli in maniera molto più chiara di quanto possibile attualmente, perché invece di disperdersi in ogni direzione una volta colpito il bersaglio le onde radar sarebbero costrette a rimbalzare indietro nella esatta direzione da cui proverrebbero.
Ci sono poi da tenere in conto i potenziali utilizzi militari del super-specchio, capace in un sol colpo di neutralizzare i sistemi d’arma con puntamento laser, di funzionare da “scudo” contro le armi laser propriamente dette in via di ricerca e sviluppo. La realtà fattuale è naturalmente molto lontana da tutto ciò, visto che sia lo specchio universale che il mantello invisibile soffrono dello stesso, invalidante difetto vale a dire l’estrema difficoltà costruttiva dei metamateriali . Una limitazione che si rispecchia (letteralmente) nella capacità dei due dispositivi di lavorare solo con le microonde, essendo ancora piuttosto lontano l’obiettivo di riflettere/deflettere le onde della luce visibile.
Alfonso Maruccia