Non vuole XP, risarcito

Non vuole XP, risarcito

Un utente si vede recapitare un netbook equipaggiato con un sistema operativo indesiderato. Chiede il rimborso e gli viene concesso
Un utente si vede recapitare un netbook equipaggiato con un sistema operativo indesiderato. Chiede il rimborso e gli viene concesso

Londra (Regno Unito) – Un informatico britannico ha riportato su un blog una vicenda alla cui fine si potrebbe aggiungere la celebre dicitura e vissero felici e contenti . Tempo fa Alan Lord, questo il nome di uno dei protagonisti, aveva comprato su Amazon (il co-protagonista) un netbook Asus 1008 HA per 374 sterline.

Nulla di strano fin qui. Lord è però uno specialista di Linux ed in particolare della distribuzione Ubuntu: di Windows XP, installato di default nel PC nuovo di zecca, non ne voleva proprio sapere. Acceso il computer per la prima volta si è trovato davanti alla richiesta di accettare la EULA ( End User Licence Agreement ), ha quindi negato il suo consenso e spento il computer per accenderne un altro con cui ha scritto ad Amazon per ottenere il risarcimento.

In passato casi analoghi hanno dovuto attendere mesi prima di essere risolti , e non sempre l’utente finale ha visto soddisfatte le sue richieste. Questa volta invece sono bastati pochi minuti per mettersi in contatto con un operatore telefonico di Amazon ed illustrare la faccenda.

Lord ha scritto di essersi meravigliato quando si è sentito rispondere, dopo pochi secondi di conversazione, che Amazon gli avrebbe restituito il valore della licenza Windows che lui non desiderava utilizzare sul suo nuovo netbook.

L’accordo sancito dall’EULA prevede infatti che se l’utente sceglie di non accettare i termini della licenza è tenuto a non utilizzare o copiare il software, e deve quindi mettersi in contatto con il produttore per organizzare la restituzione e il successivo rimborso. Più semplice di così rimane solo vendere i PC come scatole vuote, in modo che l’utente finale possa riempirla con gli elementi che preferisce.

Come osservano in molti, casi analoghi hanno richiesto più volte l’intervento dell’autorità giudiziaria in numerosi paesi europei: in Gran Bretagna, con buona pace dei produttori, pare che fatti del genere siano meno frequenti.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il 27 lug 2009
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