Spagna, rosso diretto al copyright

Spagna, rosso diretto al copyright

Il sito di streaming di eventi sportivi Rojadirecta se la cava al Tribunale di Madrid. Non è la prima volta che accade
Il sito di streaming di eventi sportivi Rojadirecta se la cava al Tribunale di Madrid. Non è la prima volta che accade

Il sito spagnolo Rojadirecta ha vinto il primo round contro i titolari dei diritti televisivi che lo accusavano di violazione del copyright. Il procedimento nei suoi confronti è stato archiviato perché “il fatto non sussiste”.

Rojadirecta è uno dei portali più famosi per quanto riguarda lo streaming : permette ai suoi utenti di vedere in diretta e gratuitamente i principali eventi sportivi, sia spagnoli che internazionali, soprattutto calcio ma anche tennis, football e gli altri incontri più richiesti.

Il sito era stata portato in tribunale da Audiovisual Sport, maggior detentore spagnolo di diritti televisivi , editore anche del quotidiano El Pais e della rete televisiva Cuatro , nonché titolare dei diritti sulla trasmissione della Liga e della Coppa del Re, eventi dall’elevato share di ascolti offerti anche da Rojadirecta.

Il giudice di Madrid ha archiviato il caso perché “il fatto non sussiste”: secondo quanto riferito dall’amministratore di Rojadirecta, Audiovisual Sport avrebbe accusato il sito di “mettere a disposizione degli utenti dei software di decodifica per guardare i programmi criptati da loro trasmessi in Spagna, facendo dunque riferimento ad una legge creata per impedire alle persone di utilizzare i decoder delle tv satellitari senza pagare”.
La legge cui avrebbero fatto riferimento gli avvocati del gigante spagnolo dei diritti televisivi, dunque, richiedeva di verificare l’esistenza di mezzi attraverso cui il sito avrebbe favorito la decodifica illegittima dei segnali. Tuttavia, dal momento che gli esperti della polizia hanno potuto verificare che il sistema P2P di Rojadirecta questo non lo fa, il giudice non ha potuto che chiudere il caso.

“Il sito – si legge nella sentenza – non fornisce alcun codice necessario per decriptare il segnale televisivo, né realizza connessioni con programmi in grado di decodificarlo”. I programmi che fornisce sono in Rete accessibili a tutti e, sottolinea il giudice “liberi, aperti e gratuiti”. Per quanto riguarda i contenuti, poi, il sito non contiene propriamente nulla, se non una lista di link http che permette di collegarsi a siti terzi, dislocati in altri Paesi, che offrono l’evento in streaming oppure che portano al file torrent dell’evento.

D’altronde, gli stessi eventi che in Spagna sono in pay per view (e codificati in modo da non essere accessibili a tutti), in altre parti del mondo vengono trasmessi decodificati e possono arrivare direttamente in Rete attraverso programmi liberamente accessibili. La proprietà intellettuale sulle trasmissioni acquisita da Audiovisual Sport, inoltre, è limitata territorialmente .

La Corte ha adottato un punto di vista particolare in materia di valutazione dei compensi, giudicando quelli ricevuti da Rojadirecta non direttamente correlati all’atto di rendere disponibili i link agli eventi sportivi. I guadagni del sito derivano, infatti, da compensi pubblicitari indiretti.

Stessa vittoria giudiziaria avevano ottenuto in Spagna sia il sito TvMix (sempre accusato da Audiovisual) che fornisce lo stesso servizio di Rojadirecta, sia il sito Elrincondejesus che permette di scaricare film sia via BitTorrent che con Emule: quest’ultimo era stato chiamato in causa dalla Sociedad General de Autores y Editores (SGAE, la SIAE spagnola), ma il Tribunale, valutando l’assenza di fine di lucro , ha giudicato lecito l’interscambio di contenuti.

Intanto i detentori di diritti televisivi degli altri Paesi guardano al caso Rojadirecta con preoccupazione, in particolare Cile e Argentina , dove l’emittente televisiva Torneos y Competencias (TyC) ha affermato di temerne i contraccolpi e minacciato azioni legali contro i diffusori argentini che hanno intenzione di utilizzare il sito spagnolo, quali Justin.tv e Futbolarg.com.ar.

Aspettando il probabile appello da parte di Audiovisual Sport, sembra dunque che in materia di copyright la Spagna stia adottando una linea differente al resto d’Europa, che resta invece legata ai destini del caso The Pirate Bay e alla dottrina Sarkozy.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 29 lug 2009
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