UK, la musica non va in crisi

UK, la musica non va in crisi

Uno studio PRS rivela l'aumento dei ricavi. L'online vale il 15 per cento
Uno studio PRS rivela l'aumento dei ricavi. L'online vale il 15 per cento

Per tranquillizzare chi esprimeva dubbi e preoccupazioni sul futuro della vendita di musica, potrebbero forse bastare i dati diffusi dalla collecting society britannica PRS Music. Il report in cui si analizzano le tendenze dell’industria musicale britannica rivela come nel 2008 non si sia assistito rispetto all’anno precedente ad una diminuzione del fatturato.

Al contrario, secondo PRS, società che unisce autori, compositori ed editori, almeno oltremanica la crisi economica non avrebbe avuto effetti negativi sull’industria musicale. In base a quanto emerso dallo studio, infatti, il fatturato del settore sarebbe aumentato di quasi cinque punti percentuali , raggiungendo i 3,6 miliardi di sterline, oltre 5 miliardi di euro.

A contribuire a questo aumento avrebbero pensato i concerti. Sarebbe pari al 13 per cento l’aumento dei ricavi annuali della musica dal vivo.

Altro dato importante dello studio PRS è quello che riguarda il B2B, il cui mercato si sarebbe avvicinato al miliardo e mezzo di euro, con un aumento di dieci punti percentuali rispetto al 2007, che lo ha portato a rappresentare un terzo dell’intero mercato musicale britannico.

Rilevante sarebbe anche il dato che riguarda la diffusione della musica britannica negli States e in Canada. Nel 2008 ogni 10 album venduti negli Stati Uniti, uno sarebbe di un artista britannico e, tra tutti questi, il più venduto in assoluto sarebbe stato Viva la Vida dei Coldplay, con un ricavo di oltre 2 milioni di sterline.

È interessante notare come i download digitali continuino ad occupare un ruolo marginale nel Regno Unito. La percentuale rispetto al totale dei ricavi del settore sarebbe del 15 per cento. (F.R.)

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Pubblicato il
29 lug 2009
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