Microsoft compra il PC virtuale

Microsoft compra il PC virtuale

Il gigante ingloba la tecnologia di virtualizzazione di Connectix e la popolare famiglia di software Virtual PC per esplorare un business promettente e attaccare una nuova protesi a Windows
Il gigante ingloba la tecnologia di virtualizzazione di Connectix e la popolare famiglia di software Virtual PC per esplorare un business promettente e attaccare una nuova protesi a Windows


Redmond (USA) – Virtual PC, uno dei più noti e diffusi software per l’emulazione di un PC, fa ora parte della costellazione di software di Microsoft. Lo scorso gennaio – ma la notizia è stata divulgata soltanto ieri – il gigante di Redmond ha infatti acquisito da Connectix la tecnologia di virtualizzazione di quest’ultima e i relativi prodotti della famiglia Virtual PC.

Il software di Connectix, similmente a quanto fa un altro celebre programma chiamato VMware , consente, attraverso la creazione su di un solo computer di più macchine virtuali, l’utilizzo contemporaneo di più sistemi operativi e delle rispettive applicazioni. Questo genere di prodotti permette, ad esempio, di far girare Linux all’interno di Windows o viceversa, dando così modo agli utenti di lavorare contemporaneamente con entrambi gli ambienti all’interno, se necessario, di una rete simulata che permette lo scambio di dati fra un sistema e l’altro.

Connectix, fondata nel 1988, fornisce software di virtualizzazione in grado di girare su Windows, Mac e OS/2. Fra le tre versioni ha riscosso particolare successo, negli anni passati, Virtual PC for Mac, capace di portare sulla piattaforma di Apple la compatibilità con le applicazioni scritte per Windows e l’interoperabilità con i formati e le reti utilizzati nel mondo PC. Lo scorso autunno l’azienda ha poi lanciato un nuovo prodotto, chiamato Virtual Server, che offre una soluzione di virtualizzazione di livello enterprise simile a quella già fornita da IBM e altri produttori per far girare sui propri server hi-end più sistemi operativi in partizioni separate. Virtual Server, in particolare, è in grado di eseguire sullo stesso server, in macchine virtuali indipendenti, i sistemi operativi Windows, Linux, Unix, OS/2 e DOS.

Microsoft, che si è impegnata a portare avanti lo sviluppo della famiglia di prodotti Virtual PC, sostiene che le soluzioni di virtualizzazione consentono alle aziende di consolidare le risorse dei server, ridurre gli investimenti e i costi operativi legati all’hardware e incrementare la produttività.

Insieme al software, Microsoft si è “portata a casa” un imprecisato numero di ingegneri e dirigenti di Connectix: il destino di quest’ultima sembra a questo punto già segnato visto che, con la dipartita di Virtual PC, rimangono nel suo catalogo solo piccole utility.

Al di là di quello che sarà il futuro di Connectix, l’acquisizione di Microsoft ha messo un po ‘ in apprensione i vecchi utenti di Virtual PC, specie quelli Mac, timorosi che Microsoft intenda abbandonare la commercializzazione delle versioni non-Windows del software. A rassicurarli è intervenuta la stessa Apple che, per bocca di Ron Okamoto, responsabile Apple delle relazioni con gli sviluppatori, ha affermato che “l’aggiunta di Virtual PC al suo portafoglio di prodotti è un altro esempio della volontà di Microsoft di continuare ad occuparsi della piattaforma Mac”.

“Per gli utenti Mac – è poi intervenuto Tim McDonough, director of marketing and business development per la Macintosh Business Unit di Microsoft – questa acquisizione ha un solo significato: la Macintosh Business Unit di Microsoft sarà d’ora in avanti responsabile del supporto e della vendita delle attuali versioni di Virtual PC e dello sviluppo di tutte le future versioni del prodotto”.

“Questo è un prodotto – ha ribadito McDonough – che vogliamo continuare ad offrire e migliorare con l’obiettivo di abbattere tutte quelle barriere che oggi ancora dividono il mondo Mac da quello PC”.

Alcune fonti vicine al colosso di Redmond sostengono che Microsoft intenda integrare la tecnologia di virtualizzazione di Connectix all’interno delle versioni client e server di Windows. Sembra dunque che, a breve, il chilometrico codice di Windows sia destinato ad allungarsi ancora.

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Pubblicato il
21 feb 2003
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