Veoh, la piattaforma non è responsabile

Veoh, la piattaforma non è responsabile

Il sito di video sharing era stato denunciato da Universal Music per aver incoraggiato la violazione del copyright. Ma a violare la legge sono gli utenti
Il sito di video sharing era stato denunciato da Universal Music per aver incoraggiato la violazione del copyright. Ma a violare la legge sono gli utenti

Avranno stappato la migliore delle bottiglie negli uffici di San Diego, quartier generale di Veoh, la piattaforma di condivisione video finita sotto scacco a causa della mossa d’attacco di Universal Music Group . Una corte federale della California ha infatti stabilito che il sito di video sharing non è responsabile delle violazioni del copyright da parte dei suoi utenti , mettendolo al riparo da ogni eventuale pretesa avanzata da Universal attraverso il Digital Millennium Copyright Act .

Il giudice distrettuale Howard Matz ha così ribadito una decisione già presa da un tribunale federale di San Jose: Veoh si adopera abbastanza per tutelare gli autori e non è responsabile a livello legale delle clip caricate dai propri utenti senza autorizzazione. “Le documentazioni presentate – ha scritto Matz – dimostrano che, lungi dall’incoraggiare ogni forma di violazione dei diritti, Veoh si è dotato di policy solide in linea con il DMCA, prendendo le misure necessarie a limitare casi di violazione del copyright sul proprio sito”.

Veoh, dunque, è stato trasportato dalla corte nelle calme acque del safe harbor , previsto dal DMCA statunitense a protezione di quei siti che si dimostrino meri ospiti (quindi non responsabili direttamente) dei contenuti caricati dagli utenti. Una decisione che ha immediatamente messo di buon umore YouTube , già denunciata da Viacom per la cifra di un miliardo di dollari. “Questa sentenza – ha dichiarato il chief counsel YouTube Zahavah Levine – ha offerto un’ulteriore dimostrazione di quello che sapevamo già da tempo: il DMCA protegge servizi come il nostro”.

Non particolarmente raggiante, invece, Universal Music, che ha prontamente dichiarato le sue intenzioni di ricorrere in appello . “La decisione del giudice – si legge in un comunicato ufficiale – è sbagliata, entrando in conflitto con i precedenti della giurisprudenza, lo scopo della legge e quanto esplicitamente stabilito dal DMCA”. A queste parole hanno fatto eco quelle di Viacom, a proposito della possibilità di perdere in modo simile la battaglia legale contro YouTube: “Il nostro caso è in un tribunale diverso, non legato al caso Veoh. Continuiamo a essere sicuri che riusciremo a prevalere”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
15 set 2009
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