Il VoIP della PA parla Microsoft

Il VoIP della PA parla Microsoft

Si concretizza un progetto del 2008 per il lancio di un centro di competenza in un ateneo romano. Il ministro Brunetta promette di estendere l'esperimento alle altre università
Si concretizza un progetto del 2008 per il lancio di un centro di competenza in un ateneo romano. Il ministro Brunetta promette di estendere l'esperimento alle altre università

L’accordo di intesa dell’agosto 2008, quello che già aveva garantito la creazione di una “scuola del futuro” in Puglia e la dematerializzazione degli archivi della regione Friuli Venezia Giulia, produce nuovi frutti: il promesso centro di competenza sul VoIP , quello che dovrebbe fare da pilota all’introduzione della tecnologia di “telefonia Internet” – usando le parole del ministro Brunetta – è sorto presso il Dipartimento di Informatica e Automazione dell’università Roma Tre. Ed è già pronto un bando per estendere la sperimentazione al resto d’Italia.

Come nell’occasione precedente, attorno al tavolo della conferenza stampa ci sono ovviamente il ministro senza portafoglio per l’Innovazione Renato Brunetta e l’amministratore delegato di Microsoft Italia Pietro Scott Jovane , accompagnati in questo caso dal rettore di Roma Tre Guido Fabiani e dal vicepresidente di Microsoft Corporation Umberto Paolucci. Tutti assieme per presentare il nuovo centro di competenza dedicato allo sviluppo e al test delle tecnologie che dovranno garantire “il 30, 40, 50 per cento e oltre” di risparmio in bolletta. Una possibilità molto attraente sia per le Università, che non vivono un momento particolarmente roseo per quanto attiene i propri conti, sia per il resto della Pubblica Amministrazione.

È proprio questo il punto su cui batte il Ministro. A Roma Tre si dovranno sviluppare le cosiddette “best practice”, che in un periodo di “risorse limitate” possono essere originati solo da “operazioni sponsorizzate”: come quella a cui hanno appunto dato vita gli “amici di Microsoft”, che nell’ateneo della Capitale e anche in quello de L’Aquila hanno messo a disposizione assieme a una dozzina di partner le tecnologie e l’hardware necessari alla costituzione di un vero e proprio laboratorio di sviluppo e test .

L’obiettivo, spiega Jovane, è mostrare a tutti gli interessati come funziona questa tecnologia , “validarla, renderla più facile e accessibile”: è il “momento corretto per fare questo tipo di investimento” ribadisce, confermando le parole del Ministro che aveva parlato di “donatori strategici: che offrono un dono per produrre domanda aggiuntiva” (mantenendo aperta la “competition” precisa Jovane). Ma attenzione, sottolinea Brunetta, a non considerare queste “operazioni come di nicchia” visto il loro “alto valore simbolico”.

All’interno di questo laboratorio, che già vede impegnati un responsabile e un paio di ricercatori oltre a sette risorse Microsoft che sporadicamente forniranno il loro apporto, si testeranno e si svilupperanno dunque soluzioni ad hoc per le esigenze della PA: per il momento sono basate su tecnologie di Redmond, commercializzate normalmente sotto la dicitura Unified Communication , e inizieranno il loro cammino per dotare inizialmente tutte e tre le università romane di questi apparati (il Ministro ha ricordato che da sola Roma rappresenta circa il 20 per cento dell’intera popolazione universitaria italiana), ed entro il 2011 raggiungeranno tutti gli atenei (quelli che non se ne siano già dotati autonomamente, viene citato l’esempio di Ferrara). O almeno quelli che saranno più svelti nel richiederli .

“Chi prima arriva, prende” ha chiarito Brunetta, legando la necessità di modernizzare le comunicazioni universitarie alla limitatezza dei fondi a disposizione . Il VoIP, lo dice anche l’AD di Microsoft, è senz’altro “elemento chiave per il cambiamento del paese” e per il suo ammodernamento: introdurlo nelle università, nel maggior numero possibile di esse, potrebbe costituire non solo un guadagno in termini di risparmio economico ma anche per quanto attiene la formazione e la ricerca . Un modo, cioè, per avvicinare gli interessi delle imprese a quelli della ricerca , un modo per individuare tematiche comuni nelle quali sia possibile investire capitali pubblici e privati, un modo per “dialogare con il Governo sull’innovazione”.

Della stessa opinione anche il rettore Fabiani: l’esperienza di questo centro di competenza garantisce la nascita di un “rapporto tra pubblico e privato”, permette di instaurare una “interazione per il rinnovamento” che garantisce “importanti risparmi di risorse” ma soprattutto “know-how avanzato e formazione”. Il direttore del DIA, il professor Giuseppe Di Battista, intervenuto in remoto grazie proprio agli apparati a disposizione nel centro presso Roma Tre, parla poi anche di possibilità di “testare l’interoperabilità” di queste soluzioni con altre, ma è proprio dal suo intervento che è possibile trarre un ulteriore spunto di riflessione.

L’impegno preso (e rispettato) da Microsoft per realizzare tre esempi di digitalizzazione della PA si scontrano con un limite dell’infrastruttura tecnologica italiana: la banda larga . Dotare le università, pur tra loro collegate dalla rete GARR ma che non godono di canali altrettanto ampi di comunicazione verso l’esterno, di telefonia VoIP e altri servizi digitali per gli studenti, serve a poco o niente se non c’è connettività a banda larga disponibile sul territorio : durante la conversazione il video tentenna, e la spiegazione offerta dai tecnici riguarda proprio la poca banda a disposizione.

Su questo punto il ministro Brunetta proietta un raggio di speranza: dopo aver definito quella di oggi una “banda larghetta”, promette che nella definizione dei prossimi impegni “punteremo gli investimenti CIPE per portare 5 mega dappertutto, con punte di 20 mega” nelle grandi città. Per superare i “limiti infrastrutturali” ci sono a disposizione “risorse scarsissime”, ciononostante, ribadisce il Ministro, “in breve tempo arriveremo a 5 mega”. Certo, per riuscirci sarà necessario razionalizzare la spesa e “Le università con meno iscritti dovranno chiudere” ammonisce, ma tutte le istituzioni pubbliche (compresa la Presidenza del Consiglio) dovranno dotarsi di questo tipo di tecnologie in grado di tagliare i costi.

Si tratta, conclude il Ministro, solo di un piccolo tassello del mosaico di ammodernamento promesso con il piano di e-government 2012 , che sta trovando appoggio e disponibilità nel settore ICT. Novità sono anticipate su TEL.M.A. , che passerà sotto il controllo de La Sapienza e si trasformerà in una università telematica a tutti gli effetti; entro la fine del mese saranno probabilmente annunciati i risultati del bando sulla CEC PAC (il bando scadeva il 16 settembre, dopo una proroga); e probabilmente dovrà essere pubblicato anche il bando annunciato per il VoIP nelle università.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
17 set 2009
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