Europa tra broadband di stato e net neutrality

Europa tra broadband di stato e net neutrality

La UE ha varato le linee guida per gli interventi statali negli investimenti in banda larga. Soddisfatte le telecom, mentre le organizzazioni pro-neutralità della rete pensano a difendere l'idea di una Internet senza filtri
La UE ha varato le linee guida per gli interventi statali negli investimenti in banda larga. Soddisfatte le telecom, mentre le organizzazioni pro-neutralità della rete pensano a difendere l'idea di una Internet senza filtri

Cercando di mettere ordine nel mercato continentale della banda larga, la Commissione Europea ha appena varato le nuove linee guida per gli investimenti dei governi nazionali nel settore. Da oggi tutti gli stati dell’Unione avranno dei principi comuni a cui affidarsi per tracciare il confine tra gli interventi opportuni e quelli da lasciare in mano ai privati, a cui l’Unione riconosce la centralità nell’ambito dello sviluppo dell’infrastruttura della società dell’informazione.

Neelie Kroes, commissario UE per la competitività, dice che le linee guida forniscono “un framework chiaro e prevedibile” all’interno del quale andranno spesi i 300 miliardi di investimenti stimati per il settore nei prossimi anni. La nuova normative “faciliteranno la diffusa installazione dei network in broadband ad alta e altissima velocità – continua Kroes – migliorando la competitività europea e contribuendo alla costruzione in Europa di una società basata sulla conoscenza”.

“Mentre questi investimenti dovrebbero essere fatti principalmente da società private – dice il Commissario – l’investimento pubblico gioca un ruolo importante nel raggiungere l’accesso più esteso possibile alla banda larga nella aree scarsamente servite e poco profittevoli”. In tal senso le linee guida classificano le zone geografiche da coinvolgere nella diffusione di Internet ad alta velocità, differenziando le “aree grigie” in cui alcune infrastrutture ci sono ma i servizi sono ancora inadeguati, e le aree “bianche” o rurali propriamente dette in cui la connessione veloce è ancora un miraggio.

In entrambe questi ambiti lo stato può giocare la parte del leone nel diffondere il network telematico, dice la UE, permettendo alle telecom commerciali di concentrarsi sulle connessioni (e i portafogli) dei fortunati abitanti delle zone più popolose. E le telecom sentitamente ringraziano, accogliendo positivamente la normativa attraverso l’associazione di categoria con base a Bruxelles Etno .

“Le linee guida varate oggi permettono alle autorità pubbliche di giocare il proprio ruolo nel supporto al dispiegamento del network – dice il managing director di Etno Michael Bartholomew – stabilendo contemporaneamente delle tutele chiare per evitare l’affollamento con gli investimenti da parte dei privati”.

Come aveva recentemente sottolineato Viviane Reding, Commissario Europeo per la società dell’informazione e i media, la banda larga e la relativa infrastruttura rappresentano la condicio sine qua non per la realizzazione di un’economia di rete continentale capace di segnare una nuova fase di progresso e sviluppo per tutti i paesi dell’Unione.

A conti fatti si tratta più o meno della stessa visione portata avanti dalle organizzazioni che si fanno promotrici della net neutrality in terra europea, che in più decidono di inviare una lettera aperta ai parlamentari di Bruxelles difendendo a spada tratta quella che viene definita come “un indispensabile catalizzatore per la competitività, l’innovazione, e le libertà fondamentali nell’ecosistema digitale”.

“Una Internet neutrale fa sì che gli utenti non debbano fronteggiare condizioni che limitino l’accesso ad applicazioni e servizi”, dice la lettera promossa da La Quadrature Du Net , mentre oggi un tale principio (che ha contribuito a creare la rete delle reti per come è adesso) è “sotto attacco da parte degli operatori di telecomunicazioni e l’industria dei contenuti che intravedono opportunità di business nel discriminare, filtrare e assegnare certe priorità al flusso di informazioni in rete”, in questo senso aiutati anche da alcune misure presenti nel Pacchetto Telecom in via di discussione. Tante sono le associazioni europee che hanno già sottoscritto l’appello al parlamento UE, incluse le italiane Altroconsumo , Free Hardware Foundation e Scambio Etico .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 18 set 2009
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