IP Justice, contro questo copyright

IP Justice, contro questo copyright

Una iniziativa internazionale intende stimolare una riforma delle attuali tendenze in materia di copyright. Oggi i detentori dei diritti di proprietà intellettuale aggrediscono i loro clienti. C'è bisogno di una nuova via
Una iniziativa internazionale intende stimolare una riforma delle attuali tendenze in materia di copyright. Oggi i detentori dei diritti di proprietà intellettuale aggrediscono i loro clienti. C'è bisogno di una nuova via


Roma – Arriva dall’expo tecnologico di Taipei APRICOT 2003 la notizia della nascita di una iniziativa internazionale che spera di raccogliere sufficienti consensi nel mondo per portare ad una radicale riforma delle leggi internazionali sulla proprietà intellettuale. Una riforma, dicono i proponenti riuniti nell’organizzazione “IP Justice”, divenuta assolutamente necessaria viste le aggressioni legali condotte contro i consumatori dai detentori del copyright.

Il sito internazionale dell’iniziativa , che ospita anche una versione italiana, è stato lanciato ufficialmente con l’ambizione di diventare il punto di riferimento per tutte quelle energie che in questi anni si sono battute contro l’espansione dei diritti di proprietà intellettuale intese come freno e ostacolo per la rivoluzione digitale e le promesse che internet ha portato con sé.

IP Justice, che ha base a San Francisco e che è attiva dall’anno scorso, dichiara di volersi battere perché vengano rispettati allo stesso modo i diritti dei detentori del copyright e quelli dei consumatori.

“I diritti tradizionali dei consumatori – ha dichiarato la direttrice esecutiva di IP Justice, Robin Gross – sono sotto attacco dei detentori dei diritti di proprietà intellettuale che utilizzano la tecnologia per controllare le nostre esperienze nell’uso dei media digitali. Le leggi della proprietà intellettuale sono divenute così estreme che è ora spesso illegale tentar di fare una copia personale di un proprio CD musicale”. “Ci sono persone – ha sottolineato Gross – che sono state denunciate e persino penalmente perseguite per aver tentato di realizzare il proprio software di lettura di un DVD. Ci sono casi pendenti in cui si tenta di proibire ai consumatori di saltare la pubblicità televisiva o censurare automaticamente termini offensivi”.

Gross, che ha evidentemente fatto riferimento al caso di “DVD Jon”, il giovane finlandese finito nei guai per aver giocato con il proprio computer e con i DVD, ha sostenuto con forza la missione di IP Justice, quella di “sollevare una consapevolezza pubblica globale sulle implicazioni per i diritti civili della proprietà intellettuale in un mondo digitale”.

“Accordi internazionali come il trattato copyright del WIPO (Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale), o quello sul commercio e la proprietà intellettuale presso l’Organizzazione mondiale del Commercio – ha poi sottolineato il vicepresidente della divisione finlandese della Electronic Frontier Foundation Ville Oksanen – creano una ragnatela legale nella quale le nazioni vengono catturate. Inoltre, il cambiamento deve avvenire dall’alto ma anche dalla gente. Non accadrà se non si realizza un movimento veramente internazionale per IP Justice”.

L’iniziativa, che ha raccolto l’applauso anche dello stesso DVD Jon, può già contare anche su una importante “spalla” italiana, animata dal professore di Diritto informatico dell’Istituto di Filosofia e Sociologia del Diritto presso l’Università di Studi di Milano, Giovanni Ziccardi, secondo cui “in molti casi in Italia e in Europa, le leggi della proprietà intellettuale non sono messe in atto con un punto di vista “alla IP Justice” ma piuttosto per perpetuare il dominio di certi integrati interessi economici. IP Justice può aiutare gli studiosi di tutto il mondo a lavorare insieme e trovare un giusto equilibrio tra i diritti degli autori e la libertà dell’informazione, per prevenire la censura e, soprattutto, per preservare la nostra identità culturale”.

Cinque sono i principi ispiratori della riforma a cui pensa IP Justice. Eccoli.


Nel suo intervento Robin Gross ha anche sottolineato l’importanza di quelli che ha chiamato i “principi di IP Justice”, dei criteri ispiratori, guide per la grande iniziativa che si sta mettendo in piedi, binari sui quali far correre la speranza del cambiamento.

Gross, che chiede ai cittadini del mondo di sostenere questi principi partecipando all’iniziativa e ufficializzando il proprio sostegno sul sito di IP Justice, ha spiegato che si tratta di criteri “intesi per riferire la nostra collettiva preoccupazione ai magistrati e ai legislatori del mondo sulla perdita della libertà individuale nell’uso dei media digitali. Le leggi di proprietà intellettuale devono essere riformate per riportare in vita i diritti dei consumatori di sempre, come la possibilità di copiare la nostra musica e i nostri film per scopi non commerciali. Compensare gli autori è importante ma un controllo eccessivo danneggia tutti, compresa la comunità dei creativi”.

Ma ecco i cinque principi di IP Justice:

1. Ci riserviamo il diritto di controllare, e di mantenere il controllo, di ogni nostra esperienza individuale sulle opere frutto dell’ingegno umano oggetto di proprietà intellettuale.

2. Gli autori devono essere ricompensati per il loro lavoro.

3. Ci riserviamo il diritto di realizzare copie private di opere oggetto di proprietà intellettuale legittimamente acquisite.

4. Le tecnologie e le modalità di trattamento delle informazioni che permettono l’esercizio dei diritti dell’individuo in tema di proprietà intellettuale dovrebbero essere considerate legittime.

5. Il concetto di “copy rights” comporta anche quello di “copy responsibilities”.

Per leggere l’intera dichiarazione di intenti e il dettaglio dei principi, ed eventualmente sottoscriverli, clicca qui .

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Pubblicato il
28 feb 2003
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