Australia, fare l'ISP non è una colpa

Australia, fare l'ISP non è una colpa

L'industria del cinema fa una parziale marcia indietro. iiNet non sarebbe colpevole di aver distribuito contenuti protetti da copyright. Ma non avrebbe controllato abbastanza i suoi utenti
L'industria del cinema fa una parziale marcia indietro. iiNet non sarebbe colpevole di aver distribuito contenuti protetti da copyright. Ma non avrebbe controllato abbastanza i suoi utenti

La ritirata degli studios sarebbe una resa, l’industria dei contenuti avrebbe frainteso la natura effettiva di un fornitore di connettività a favore della ragione del copyright. È il nucleo di quanto recentemente dichiarato da un portavoce dell’ISP australiano iiNet, per commentare a caldo la decisione della Australian Federation Against Copyright Theft (AFACT) di ritirare accuse precedenti che vedevano il provider coinvolto in una violazione diretta del diritto d’autore .

“Si tratta della seconda volta – ha continuato un comunicato ufficiale di iiNet – che gli studios tornano indietro su un aspetto centrale delle proprie richieste legali nei nostri confronti, e a pochi giorni dall’udienza in tribunale”. Non è dunque nuova la battaglia sul diritto d’autore tra uno dei più noti ISP aussie e AFACT, rappresentante sul territorio di case cinematografiche come Village Roadshow, Universal Pictures, Warner Bros Entertainment, Sony Pictures e Disney. Nella specie, l’industria aveva chiesto al fornitore di connettività di consegnare i dati dei propri utenti che avessero violato il copyright in spregio a quanto sottoscritto nel contratto con l’ISP.

Panorama non troppo diverso in questo secondo contenzioso: il provider, fornendo l’accesso ad Internet, avrebbe agevolato la pirateria, non andando ad impedire ai netizen di accedere a contenuti condivisi senza lo specifico consenso dei detentori dei diritti. Si tratterebbe cioè di una responsabilità indiretta per le violazioni degli utenti : iiNet non si sarebbe comportato ragionevolmente nell’ aver trascurato l’impegno di far rispettare i termini di uso, per prevenire la circolazione di copie non autorizzate di film e programmi TV attraverso il network.

Questo capo d’accusa rimarrà e verrà portato sotto gli occhi di un giudice il prossimo 6 ottobre. Quale, invece, è stato ritirato a pochi giorni dal dibattimento in aula? Quello ritenuto più assurdo dallo stesso provider, quello riguardante un’ipotetica responsabilità diretta da parte di iiNet. I legali di AFACT avevano cioè accusato l’ISP di fungere da distributore di contenuti protetti da copyright , permettendo la loro circolazione da un punto all’altro della Rete.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 1 ott 2009
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