Storage olografico: sarà la volta buona?

Storage olografico: sarà la volta buona?

Il colosso statunitense General Electric torna a parlare di dischi ottici di nuova concezione. Sul mercato in due anni, questa volta sul serio. Dicono
Il colosso statunitense General Electric torna a parlare di dischi ottici di nuova concezione. Sul mercato in due anni, questa volta sul serio. Dicono

L’idea dello storage olografico circola da decenni nei laboratori di ricerca e tra gli addetti al settore, ma fino a oggi i tentativi di commercializzare prodotti basati su questo genere di tecnologia non hanno sortito effetti particolarmente percepibili nel settore dell’archiviazione dati. General Electric , dal canto suo, dice di aver risolto i problemi dell’olografia su supporti ottici e di avere per le mani uno standard che avrà vita facile nel diffondersi su un mercato sempre più affamato di Terabyte.

Presentato già lo scorso aprile, quello che il colosso USA definisce storage micro-olografico torna a calcare le scene in occasione della conferenza EmTech di Boston. Questa volta GE presenta un disco da 1 Terabyte di capacità nominale (contro i 500 GB del prototipo precedente), capace di offrire caratteristiche di sicuro appeal come la parziale retrocompatibilità con gli attuali lettori Blu-ray e una durabilità ipotetica di un centinaio di anni.

Il disco si potrà leggere con un drive Blu-ray leggermente modificato e approderà sul mercato entro 2-3 anni, dice GE, inizialmente per la clientela professionale e in seguito, negli anni successivi, per il settore mainstream . “Blu-ray ha ancora tra i due e i quattro anni di vita”, dice il manager dei laboratori GE di ottica applicata Peter Lorraine, poi “i consumatori chiederanno a gran voce la disponibilità di Terabyte di storage”.

Il design di dischi e drive olografici messo a punto da GE verrà concesso in licenza ai produttori, e le specifiche rese sin qui note parlano di un tempo di accesso ai dati di 3 millisecondi con un transfer rate cinque volte più sostenuto di quello di un DVD standard . I dischi di GE potrebbero poi trovare applicazione anche nei mercati del mastering industriale, non ultimo quello degli studios hollywoodiani e dei film in altissima definizione.

Per quanto riguarda le motivazioni di un (presunto) successo annunciato che, a oggi, ancora manca a chi ha provato a commercializzare le tecnologie olografiche, oltre alla fame sempre crescente di storage digitale GE avrebbe dalla sua la suddetta retrocompatibilità con i BD-ROM/R/RW (limitata al primo layer di dati immagazzinati sul disco) e una migliore tecnologia di lettura/scrittura, capace di offrire quelle caratteristiche di affidabilità e (relativa) facilità di implementazione che è la conditio sine qua non per un’eventuale adozione generalizzata da parte del mercato.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 2 ott 2009
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