AT&T preme per lo scrutinio di Google Voice

AT&T preme per lo scrutinio di Google Voice

Il gigante della telefonia continua a dar battaglia a BigG presso le autorità statunitensi. Chiamando in causa anche la politica e ribadendo le limitazioni del servizio di Mountain View
Il gigante della telefonia continua a dar battaglia a BigG presso le autorità statunitensi. Chiamando in causa anche la politica e ribadendo le limitazioni del servizio di Mountain View

È ancora scontro aperto tra Google Voice e AT&T, che dopo la richiesta di un’analisi approfondita del servizio di Mountain View inviata alla Federal Communications Commission statunitense aumenta la pressione inducendo i rappresentanti del Congresso a pronunciarsi negli stessi termini. Google Voice va tenuto sotto stretta osservazione, dicono i deputati e AT&T, mentre Mountain View deve smetterla di rendersi protagonista di pratiche così marcatamente anti-competitive .

La nuova richiesta di indagine su Google Voice si leva da un’iniziativa bipartisan che coinvolge, tra gli altri, il repubblicano Steve Buyer e il democratico Charlie Melancon, concordi nel richiedere al presidente di FCC Julius Genachowski un’attenta analisi della “natura e la funzione del servizio vocale di Google Inc”. All’origine del contendere c’è come sempre il fatto che Mountain View blocca le chiamate in uscita verso certe aree rurali degli Stati Uniti, zone in cui l’azienda sarebbe costretta a sobbarcarsi un costo di gestione parecchio superiore a quello standard.

“Bloccando queste chiamate” aveva detto alla FCC il presidente di AT&T Robert W. Quinn, “Google è in grado di ridurre le sue spese di accesso” mentre agli altri provider, gli stessi con cui GVoice si trova a competere in maniera diretta, non è concesso bloccare le chiamate stante il divieto stabilito dal Wireline Competition Bureau due anni or sono.

“Secondo quanto sostiene Google – aveva continuato Quinn – la non discriminazione assicura che un provider non arrivi a bloccare l’equo accesso a un altro provider. Ma questo è esattamente quanto sta facendo Google con il blocco delle chiamate che gli utenti di Google Voice fanno a numeri telefonici associati con certi carrier di scambio locali”. Google Voice è servizio di telefonia vero e proprio, suggerisce AT&T, e come tale non può pretendere di usufruire di vantaggi competitivi ingiusti.

Ma il consulente legale di Google Richard Whitt risponde per le rime dicendo che in realtà Google Voice è un servizio basato sul web , e quindi non è soggetto alle norme stabilite per regolamentare il comportamento dei carrier di banda larga.

“L’obiettivo di Google Voice – dice Whitt – è offrire ai consumatori un accesso gratuito o a basso prezzo a quanti più servizi di comunicazione avanzata è possibile. Per far ciò, Google Voice restringe certe chiamate in outbound dalla nostra piattaforma web verso queste destinazioni con prezzi alti”, e “nonostante gli sforzi che AT&T sta facendo per rendere indistinte le differenze tra Google Voice e i servizi di telefonia tradizionali” le differenze rimangono e sono parecchie. Almeno fintanto che la FCC non deciderà di stabilire altrimenti.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
12 ott 2009
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