Nella tutt’ora largamente irrisolta ricerca di alternative al tradizionale metodo endoscopico, basato sulla ben poco piacevole esperienza di vedersi introdurre una sonda nel corpo alla ricerca di malanni e lesioni, anche l’Università di Tor Vergata dice la sua: con la presentazione di un prototipo di pillola-ragno, o per meglio dire un dispositivo di ridotte dimensioni ma dotato di tutti gli optional, che una volta nel corpo va a spasso scattando foto delle pareti degli organi dell’apparato digerente .
La pillola è dotata di una fotocamera per l’ imaging di stomaco, colon e volendo anche intestino, si controlla da remoto via connessione wireless e ha a disposizione mini-zampette che le permettono, a scelta dell’operatore, di procedere in avanti o indietro a seconda delle necessità. Una volta completato il suo lavoro il dispositivo viene espulso dal corpo per vie naturali.
Secondo quanto sostiene il dottor Enrico Grasso, specialista in malattie cancerogene per l’università romana, l’utilizzo di un simile sistema di indagine avrebbe tra i suoi vantaggi quello di ridimensionare l’uso delle endoscopie invasive e, contemporaneamente, ridurre il numero di pazienti che attualmente sceglie di non sottoporsi allo screening per le patologie dell’apparato digerente proprio a causa della succitata invasività dell’operazione endoscopica.
Elisa Buselli, uno dei ricercatori al lavoro sul progetto, sottolinea come un dispositivo del genere sia un vantaggio non solo per la situazione in cui viene a trovarsi il paziente ma anche per il medico. Il lavoro e i test clinici da fare rimangono comunque tanti, visto che al momento la “spider-pill” è stata testata (ancorché con successo) solo sui maiali.
Alfonso Maruccia