SanDisk lancia memory card superdense

SanDisk lancia memory card superdense

Basate su chip NAND flash, sono in grado di immagazzinare molte più informazioni per singola cella di quelle tradizionali
Basate su chip NAND flash, sono in grado di immagazzinare molte più informazioni per singola cella di quelle tradizionali

SanDisk ha introdotto sul mercato le prime memory card basate sulla giovane tecnologia X4, che permette di raddoppiare la densità di memorizzazione delle odierne memorie NAND flash Multi-Level Cell (MLC). Questa tecnologia ha permesso a SanDisk di sviluppare un chip flash monolitico con una densità di memorizzazione di 64 gigabit, definita dal produttore californiano la più elevata al mondo.

le memorie Le memory card che utilizzano questa nuova generazione di chip flash comprendono al momento schede SDHC e Memory Stick con capacità di 8 e 16 GB .

La tecnologia X4, che SanDisk acquisì nel 2006 da M-Systems, consente di produrre chip di memoria NAND flash MLC capaci di immagazzinare 4 bit per singola cella , contro i 2 bit delle memorie NAND flash MLC tradizionali. L’attuale generazione di chip X4 viene prodotta con un processo a 43 nanometri.

“Lo sviluppo e la commercializzazione della tecnologia X4 rappresenta un traguardo importante nel settore dell’archiviazione flash”, ha dichiarato Sanjay Mehrotra, dirigente di SanDisk. “La nostra sfida con la tecnologia X4 è stata non solo offrire il prezzo più basso per le memorie a 4 bit per cella, ma anche rispondere alle esigenze di affidabilità e prestazioni richieste dal settore delle schede standard che utilizzano la tecnologia NAND MLC. Il nostro team di progettisti e ingegneri ha sfruttato la vasta esperienza nella progettazione di chip flash ad alta velocità con 2 e 3 bit per cella, e ha collaborato con i nostri principali partner di progettazione per sviluppare e perfezionare nuovi e potenti algoritmi per la correzione degli errori, e assicurare così un funzionamento affidabile”.

La correzione degli errori è un elemento cruciale nei chip di memoria MLC: all’aumentare del numero di bit memorizzati in una cella aumenta anche la probabilità che si verifichino errori di lettura/scrittura. Per tale ragione occorrono controller che implementino algoritmi di correzione più efficaci e sofisticati.

L’Università di Tel Aviv ( TAU ) ha fornito un contributo importante allo sviluppo degli avanzati algoritmi di correzione degli errori utilizzati da SanDisk nella tecnologia X4. La licenza di questa tecnologia infatti è stata data in esclusiva a SanDisk da Ramot, la società incubatrice di nuove tecnologie di TAU. “Ci sono voluti cinque anni per lo sviluppo della tecnologia X4 da parte di SanDisk, e il prodotto in distribuzione è la dimostrazione del duro lavoro e della collaborazione tra le parti coinvolte nel progetto”, ha affermato Zèev Weinfeld, CEO di Ramot. “Noi abbiamo gettato le basi di questa tecnologia e SanDisk l’ha trasformata in realtà, sviluppando il controller avanzato X4, combinandolo con la sua memoria avanzata da 64 Gb X4 a 43 nm, e rendendo così possibile la realizzazione di prodotti X4. Questa è una chiara dimostrazione dei benefici commerciali che aziende private possono trarre dalla collaborazione con l’Università di Tel Aviv, grazie anche al talento e alla competenza del nostro team”.

Come noto, il “trucchetto” di memorizzare più bit per singola cella penalizza le performance , specie quelle in scrittura, ma in cambio consente ai produttori di incrementare la densità di memorizzazione senza far lievitare i costi. Una SD da 64 GB composta da memorie SLC (single-level cell), infatti, avrebbe oggi prezzi esorbitanti, e sarebbe certamente fuori mercato. Diverso è il discorso per i dischi a stato solido, il cui target comprende anche applicazioni, come quelle enterprise e militari, dove performance e affidabilità hanno la priorità assoluta.

Le memorie flash X4 forniscono velocità di trasferimento dati di poco inferiori agli 8 MB/s , e sono dunque inadatte all’utilizzo negli SSD. Ma in questo settore l’evoluzione tecnologica è così rapida che probabilmente non passerà molto tempo prima di vedere la tecnologia X4 impiegata anche nei dischi a stato solido.

Alessandro Del Rosso

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Pubblicato il
14 ott 2009
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