I primi messaggi di avvertimento raggiungeranno i cittadini francesi della Rete nel corso dei primi mesi del 2010. Un’intimazione a desistere nella violazione del diritto d’autore, la raccomandazione di blindare la propria connessione a Internet e di vigilare su familiari e dipendenti, le disconnessioni. Il Consiglio Costituzionale francese, dopo aver costretto il legislatore francese a ritoccare la Loi Création et Internet , ha tolto la sicura : le ghigliottine potrebbero presto calare sugli abbonamenti Internet dei cittadini francesi.
Le disconnessioni non sono più considerate una pena sproporzionata , il Consiglio Costituzionale ritiene che privare il cittadino del diritto ad informare a informarsi online possa essere una punizione calibrata per dissuadere coloro che partecipino condivisione di contenuti online senza autorizzazione dei detentori dei diritti.
Erano numerosi i nodi su cui si era sollecitato l’intervento del Consiglio Costituzionale: si chiedeva chiarezza riguardo all’articolo della legge con cui si delineava la composizione dell’ Haute Autorité pour la Diffusion des Oeuvres et la Protection des Droits sur Internet (HADOPI), si chiedeva di valutare la liceità del procedimento giudiziario abbreviato per valutare i casi di violazione del diritto d’autore, si sarebbe voluto che il Consiglio Costituzionale si esprimesse riguardo alla proporzionalità della pena delle disconnessioni. Il secondo vaglio di costituzionalità ha lasciato pressoché inalterata la dottrina Sarkozy : ha agito semplicemente su un aspetto dell’articolo 6 della legge e ha stabilito che le sanzioni e l’entità del risarcimento dei danni da abbattere sul cittadino siano fissate per legge e non valutate caso per caso nel corso del processo abbreviato al quale sarà sottoposto l’accusato.
Resta dunque il controllo sulla connessione che deve operare l’abbonato, resta il rastrellamento dei dati, restano gli avvertimenti e la possibilità di disconnettere colui che violi il diritto d’autore o che permetta a terzi di farlo mettendo a disposizione la connettività che ha acquistato. Non cambia dunque il quadro delle sanzioni: fino a 3.750 euro e la sospensione delle connessione per un mese per coloro che, negligenti, non blindino la propria connessione; un massimo di tre anni di carcere, una multa che potrebbe sfiorare i 300mila euro alla quale si aggiungerà la compensazione ai detentori dei diritti, e un massimo di un anno di confino offline, per coloro che ignorino gli avvertimenti emessi dall’HADOPI.
Nonostante non manchino rare eccezioni , sono in molti , e di schieramenti opposti, a considerare che l’intervento del Consiglio Costituzionale non abbia minimamente scalfito l’intento della dottrina Sarkozy. I rappresentanti de La Quadrature du Net , da sempre impegnata a tutela dei diritti dei netizen e da sempre fieri oppositori delle ghigliottine, si scagliano contro un parere dei giudici definito “incomprensibile” e ritengono rappresenti una sconfitta per la democrazia e per le libertà online.
Concordi sul fatto che i baluardi antipirateria siano rimasti inalterati, l’industria dei contenuti si felicita per il parere del Consiglio Costituzionale: dai vertici di MPAA Dan Glickman auspica che Stato e mercato sappiano collaborare per agire al meglio contro la pirateria, che fermenta su scala globale. Su scala più ampia si sta quindi tentando di arginarla, nel quadro delle negoziazioni europee in materia di Pacchetto Telecom e nell’ambito del trattato anticontraffazione ACTA . Capofila di un nuovo modo di tutelare il diritto d’autore, il presidente francese Nicolas Sarkozy esprime la propria soddisfazione in un comunicato ufficiale: l’avvento del regime di monitoraggio e disconnessioni è espressione della volontà della Francia di tutelare l’arte, spiega, “la più alta espressione di civiltà”, e di fare in modo di edificare “una Internet civilizzata”.
Gaia Bottà