Qualcomm investe nell'open source

Qualcomm investe nell'open source

Una delle più importanti società nel campo delle telecomunicazioni abbraccia i sistemi a codice aperto. Fondando una sussidiaria interamente devota a OS, browser e software FOSS pensati per l'impiego mobile
Una delle più importanti società nel campo delle telecomunicazioni abbraccia i sistemi a codice aperto. Fondando una sussidiaria interamente devota a OS, browser e software FOSS pensati per l'impiego mobile

Qualcomm , la società statunitense nota per i suoi tanti brevetti sulla tecnologia wireless e per una lunga battaglia legale con Nokia sempre riguardante le succitate IP, ha annunciato la fondazione della nuova sussidiaria Qualcomm Innovation Center, con l’obiettivo dichiarato di sfruttare la popolarità che il codice open source sta conoscendo in questo periodo nell’ambito dei dispositivi mobile.

Controllata interamente da Qualcomm, QuIC dovrà mettere a frutto il lavoro di ingegneri software e hardware nello sviluppo e l’ottimizzazione di sistemi operativi quali Android, Symbian e Chrome OS, engine per browser come Webkit, la piattaforma Linux e altro ancora, con l’obiettivo di sfruttare il codice aperto per aprire nuovi mercati e far fiorire il relativo business negli anni a venire.

Stando alle cifre recentemente comunicate da Juniper Research , infatti, attualmente il 60 per cento del mercato degli smartphone è focalizzato su sistemi operativi a codice aperto con il numero di dispositivi totali che nel 2009 ammonterà a 106 milioni. E in un tempo relativamente breve (2014) si arriverà al raddoppio (223 milioni di smartphone), dice la società di ricerca.

Passando dalle intenzioni ai fatti, per ora poco si sa sulle attività e i progetti specifici che impegneranno le energie creative in forze a QuIC, mentre un’offerta lavorativa disponibile sul sito web della neonata società parla della focalizzazione delle attività ingegneristiche “sullo sviluppo del codice di Linux e Android” e della “partecipazione attiva alla community open source”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 27 ott 2009
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