Dragon Chip II, 64 bit made in China

Dragon Chip II, 64 bit made in China

Per contribuire alla lunga marcia per l'indipendenza dal dominio tecnologico occidentale, la Cina ha costruito anche il suo primo processore a 64 bit destinato ai server di fascia bassa e ai sistemi a basso consumo
Per contribuire alla lunga marcia per l'indipendenza dal dominio tecnologico occidentale, la Cina ha costruito anche il suo primo processore a 64 bit destinato ai server di fascia bassa e ai sistemi a basso consumo


Pechino (Cina) – Dopo aver introdotto sul mercato il suo primo processore commerciale a 32 bit, il cosiddetto “Dragon Chip”, la Cina è ora pronta ad offrire alla propria industria hi-tech una CPU a 64 bit che possa competere più efficacemente con gli standard tecnologici che guidano il mercato globale dei microchip.

Il nuovo processore, chiamato Godson-2 (che in cinese significa “drago”), è stato progettato da BLX IC Design, una delle più promettenti start-up cinesi che lo scorso anno ha licenziato l’architettura di Godson dall’Institute of Computing Technology, un ente di ricerca finanziato dal Governo cinese.

Il nuovo chip si baserà in larga parte sull’architettura MIPS e, nella sua prima versione, sarà in grado di funzionare ad una frequenza di clock intorno ai 500 MHz. Rispetto al suo predecessore a 32 bit, che gira a 266 MHz ed è destinato al mercato dei sistemi embedded, Godson-2 è stato progettato per il mercato dei server low-end e, in particolare, per i sistemi ultradensi a basso consumo.

Una delle caratteristiche più interessanti di Godson-2 è quella di conservare la compatibilità con il codice a 32 bit scritto per il suo predecessore: una scelta di progettazione che richiama da vicino quella intrapresa da AMD per i suoi imminenti processori a 64 bit basati sull’architettura x86-64, Opteron e Athlon64. Fra le altre caratteristiche tecniche del nuovo processore dagli occhi a mandorla si può citare l’architettura superscalare, la predizione dei salti e la cache non bloccante.

BLX, che sostiene di aver già preso contatti con alcuni dei maggiori produttori locali di server, ha intenzione di proporre il proprio chip come motore per i grid computer, reti per il calcolo distribuito spesso formate da cluster di server Linux a basso costo. Il piccolo produttore cinese sta poi cercando di creare un’alleanza di aziende interessate a collaborare allo sviluppo di nuovi progetti e di una futura evoluzione del proprio chip chiamata Godson-3: questo, a fronte di un consumo energetico circa doppio (intorno ai 10 watt) rispetto al suo diretto discendente, dovrebbe spingersi a frequenze di clock più elevate.

BLS ha già rilasciato i primi prototipi di Godson-2 ed è pronta, per l’inizio del prossimo anno, a commissionare la produzione del processore a qualche grosso chipmaker asiatico: in lizza ci sono Taiwan Semiconductor Manufacturing e Shanghaìs Semiconductor Manufacturing International.

Con la famiglia di processori Godson la Cina sta cercando, come ha già fatto nel campo dei sistemi operativi con Linux o nel campo dei media ottici con un DVD tutto suo , di conquistare una propria indipendenza tecnologica e ridurre al minimo l’acquisto di licenze e brevetti stranieri.

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Pubblicato il
7 mar 2003
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