America stregata dalla gogna elettronica

America stregata dalla gogna elettronica

di Adele Chiodi - Le foto dei pedofili che hanno scontato una pena detentiva possono essere pubblicate online. Lo afferma la massima Corte statunitense, secondo cui quelle foto non rappresentano una ulteriore pena
di Adele Chiodi - Le foto dei pedofili che hanno scontato una pena detentiva possono essere pubblicate online. Lo afferma la massima Corte statunitense, secondo cui quelle foto non rappresentano una ulteriore pena


Roma – Con quale saggezza i giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti hanno determinato che la pubblicazione su internet delle fotografie dei pedofili che hanno scontato pene detentive non rappresenti una ulteriore pena a loro carico? Inevitabile chiederselo, visto l’incredibile verdetto con cui i massimi rappresentanti della Giustizia americana hanno deciso di condannare ulteriormente chi già ha pagato per le proprie malefatte.

Giudicando su un caso avvenuto in Alaska, la Corte Suprema ha dato il suo ok a tutte le numerose gogne virtuali che negli anni sono fiorite negli Stati Uniti, in pratica impedendo a chi vi viene coinvolto, cioè individui condannati per reati legati all’abuso pedofilo, di proteggere la propria identità.

In Alaska le persone coinvolte, due uomini e una donna, erano state rilasciate ben prima della creazione della gogna elettronica locale, che espone le loro fotografie insieme alle zone di residenza e ad altri dati personali a disposizione di chiunque abbia un mouse. Queste tre persone hanno sostenuto che la pubblicazione di quelle foto in quel contesto rappresenta una ulteriore pena non prevista dalle sentenze di condanna. Ma ora, dopo aver vinto in appello, devono ora convincersi che non si tratta di una sanzione in più ma di un dato dell’esistenza. Non sono ammessi ulteriori appelli.

Secondo la Corte Suprema, dunque, la polizia dei singoli stati americani può porre online fotografie, indirizzi, nomi e cognomi e luogo di lavoro di ciascuno di coloro che, in passato, sono stati condannati per crimini pedofili.

L’idea di fondo della gogna elettronica – termine inventato da Punto Informatico nel 1997 e che ha dunque, purtroppo, già una lunga storia – è far sì che chi abita nei pressi di una persona che ha scontato una pena per pedofilia ne possa essere informato, per proteggere i propri figli, ad esempio. Ma questa è una informazione che viene resa disponibile presso qualsiasi commissariato statunitense, dove fino a qualche tempo fa rimanevano questi dati.
Porre tutto ciò online, dunque, non aumenta la possibilità di informazione per i genitori mentre mette a serio rischio qualsiasi ipotesi di recupero o di reinserimento sociale per il condannato. Oltretutto, e soprattutto, in assenza di qualsiasi sentenza che glielo imponga.
Sarebbe certo più semplice e meno costoso lasciare il pedofilo condannato in galera per il resto dei suoi giorni.

Adele Chiodi

dello stesso autore:
Le gogne online forse bruceranno

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Pubblicato il
7 mar 2003
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