In bilico tra amore diffuso e odio collettivo, gli anni ’80 hanno segnato in qualche modo una generazione, a partire da certi romanticismi sonori di nuovi crooner pel di carota. Come il fenomeno di Internet Rick Astley e il suo orecchiabile singolo Never Gonna Give You Up , che ha illustrato al mondo del web i segreti dell’ormai noto (e famigerato ) rickrolling . E gli anni ’80 hanno segnato in qualche modo un ventunenne hacker australiano che ha deciso di diffondere il fascinoso viso di Astley attraverso un worm scritto di suo pugno, destinato alla propagazione tra un particolare gruppo di utenti iPhone nella terra dei canguri.
La storia è iniziata alcuni giorni fa, quando un utente di un forum australiano ha riportato uno strano accadimento al suo Melafonino 3GS. Al risveglio, l’abituale foto del partner impostata come wallpaper era all’improvviso sparita, sostituita da una foto ammiccante di Rick Astley . Ikee non ti abbandonerà mai , recitava una scritta rossa in alto sullo sfondo del dispositivo. Analizzato da Sophos, azienda nel settore della sicurezza informatica, il codice sorgente del worm ha spiegato che il suo nome in codice è ikee virus , creato da ike_x ovvero un programmatore inoccupato di nome Ashley Town, da Wollogong, Australia.
L’utente iPhone non è rimasto particolarmente soddisfatto dello scambio di wallpaper, dal momento che gli è risultato impossibile tornare a quello precedente. Qualcuno gli ha fatto notare di essere stato iRickRoll’d , ma la burla ha lasciato presto il posto alla riflessione di Sophos sul worm e sulle sue conseguenze. Ike_x ha sfruttato una particolare vulnerabilità degli smartphone di Apple, venutasi a creare in seguito al loro sblocco per l’installazione di applicazioni non autorizzate. Il worm si è cioè propagato tra tutti quei dispositivi che hanno installato il software necessario a far girare una shell SSH, senza aver cambiato la root password di default : alpine .
Di conseguenza, il worm non ha toccato quegli utenti che non hanno modificato i propri smartphone o comunque cambiato la password di default una volta installato il software. È proprio sulla questione password che sembra essersi meravigliato l’hacker/cracker, interrogandosi sull’apparente stupidità di persone non troppo consapevoli degli innumerevoli rischi derivanti da password intercettabilissime. Come accaduto recentemente agli iPhone olandesi, i cui dati erano stati presi in ostaggio da un cracker che aveva chiesto agli utenti un riscatto di 5 euro per ottenere in cambio le istruzioni necessarie alla messa in sicurezza del telefono.
A proposito di istruzioni, Sophos ha pubblicato un messaggio da parte dell’hacker che era stato implementato all’interno del codice. “Nessuno legge più il dannato manuale?” si è chiesto Town, utilizzando il più eloquente acronimo RTFM . Si è scoperto che il ragazzo era annoiato, sicuramente e profondamente scosso da una verità da se stesso accertata: che 26 host su 27 da lui testati dotati di daemon SSH utilizzavano la password di default . Una mancanza d’accortezza certo pericolosa per gli utenti, soprattutto perché sembra che non tutti apprezzino svegliarsi la mattina guardando il viso di Rick Astley al posto di quello della dolce metà.
Mauro Vecchio