Novembre è un periodo di aggiornamenti per i principali sistemi operativi di smartphone, MID e dispositivi portatili evoluti . A cominciare da Android, l’OS a codice aperto creato da Google che ha recentemente raggiunto la release 2.0 e di cui Mountain View ha finalmente distribuito il codice sorgente a cavallo di questo fine settimana.
Android 2.0 ha fatto dunque la sua comparsa sul sito Android Open Source Project , mettendo fine a una temporanea moratoria che ha visto Google impegnata a preservare – nonostante la sua natura nominalmente “open” – le novità del sistema operativo aneroide per pochissimi eletti (Motorola, HTC) invece di distribuirle alla massa.
Ma la massa di sviluppatori non aspettava altro di mettere le mani su Android 2.0 per compiervi ogni genere di acrobazia tecnica, come ad esempio ha fatto il ben noto hacker androide Cyanogen portando il nuovo sistema sul vecchio T-Mobile G-1 (il primo device basato su Android) a poche ore dalla distribuzione dei sorgenti.
Il porting sembra essere perfettamente riuscito, e l’unica cosa problematica al momento rimane il playback di audiovisivi. Nulla comunque in confronto a quanto starebbero sperimentando alcuni utenti di DROID , il nuovo smartphone androide che dovrebbe riportare in auge Motorola ma che a quanto pare è affetto da un fastidioso bug software che tende a produrre interruzioni indesiderate nell’esecuzione dei suoni sul dispositivo.
Di bug invece WebOS 1.3.1 ne corregge parecchi , portando nei Pre e Pixi di Palm migliorie riguardanti soprattutto i servizi di Yahoo! inclusi la sincronizzazione del calendario, i contatti e Messenger. Ce n’è anche per i video su YouTube per cui ora è disponibile un’applicazione specifica, pezze a falle di sicurezza non meglio specificate e altro ancora.
Un aggiornamento che certamente non farà piacere alla diretta interessata è quello riguardante il market share controllato da Windows Mobile, crollato dall’11 per cento del terzo quarto del 2008 al 7,9 di quest’anno. Microsoft deve fronteggiare l’ascesa di iPhone (dal 12,9 al 17,1) ma soprattutto quella di Android (dal nulla al 3,9 per cento) e degli altri sistemi open source, trovandosi a dover decidere da che parte stare (chiusura totale come Apple o apertura totale come Google-Android?) in tempo per l’annuncio di Windows Mobile 7.
Alfonso Maruccia