Meloni: un nuovo diritto d'autore

Meloni: un nuovo diritto d'autore

Qualità e accessibilità ai contenuti sono le vere armi da adottare in Internet. E' necessario abbandonare l'illusione di poter reprimere lo sharing
Qualità e accessibilità ai contenuti sono le vere armi da adottare in Internet. E' necessario abbandonare l'illusione di poter reprimere lo sharing

Il ministro della Gioventù Giorgia Meloni torna sul tema Internet e conferma sostanzialmente le parole del suo capo gabinetto Luigi Bobbio , che nelle settimane scorse ha dato voce a un documento che offre un punto di vista molto interessante sul ruolo di Internet per i giovani e la società dell’innovazione.

Il testo rappresenta una sorta di manifesto che tocca tutti i punti critici con cui è stato trattato in Italia il tema Internet dalle autorità, uno sguardo sempre e quasi solo esclusivamente volto alla pirateria. La posizione espressa nel documento rispecchiava, secondo l’On. Bobbio, il pensiero del Ministro Meloni che proprio oggi affronta direttamente l’argomento: “Il diritto d’autore nell’era digitale non può essere tutelato erigendo barriere: Internet non si blocca alle frontiere”.

Nella ricetta del Ministro della Gioventù innanzitutto la necessità di “fornire prodotti di alta qualità e di facile accesso da parte di tutti a prezzi ragionevoli” e “valutare ed elaborare forme nuove di tutela del diritto d’autore”.

Tali dichiarazioni, se ricollegate con il documento, sembrano spingere forme alternative di difesa della proprietà intellettuale : innanzitutto Creative Commons e Software Libero, ma anche riforma del funzionamento della SIAE.

Nel documento di Bobbio si parlava già di contenuti di qualità, e si era affrontata la questione delle nuove forme televisive e della necessità, soprattutto per la Rai, di investigare i mezzi offerti da Internet su cui i professionisti della tv di stato sarebbero rimasti colpevolmente indietro. E su cui non sembrano puntare neanche le scelte governative: “Se sono stati investiti fiumi di denaro per la tecnologia-ponte (il digitale terrestre ndr) perché non ci si decide ad investire per le nuove generazioni che già – scriveva Bobbio – guardano sempre meno la TV?”

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 20 nov 2009
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