Pochi mesi dopo l’ annuncio ufficiale, Google durante la notte ha presentato al mondo Chrome OS: il sistema operativo leggero basato su un kernel Linux i cui sorgenti sono già disponibili online per chi volesse iniziare a sbizzarrirsi .
Quelle che in principio erano voci di corridoio , alimentate solo da timide conferme, si erano concretizzate a luglio, quando la grande G aveva manifestato la sua intenzione di creare scompiglio nel mercato dei sistemi operativi . Come già anticipato , il sistema sarà totalmente free e dovrebbe essere rilasciato definitivamente entro la fine del 2010.
Non si tratta di un sistema operativo a tutti gli effetti: Chrome OS deriva in gran parte dal browser omonimo con il quale condivide il logo e, secondo gli addetti ai lavori, anche le impressionanti performance. Il goal degli sviluppatori di Moutain View era e rimane tuttora quello di catapultare l’utente in Rete nel minore tempo possibile “perché – sostengono – la quasi totalità delle operazioni che si eseguono oggi con il computer implicano la presenza di una connessione Internet”.
Ciò che ha caratterizzato lo sviluppo di Chrome OS è stata la limatura del processo di boot del sistema stesso. Google ha messo a confronto le sue performance con quelle di altri importanti player del mercato, ponendo l’accento sul tempo minimo di 45 secondi necessario per accedere alla Rete con il più veloce tra gli avversari, e i soli sette secondi che invece Chrome OS richiede per avviarsi .
In molti hanno trovato inadeguata la definizione di “sistema operativo” per Chrome OS: è stato definito un browser mascherato e in effetti da un certo punto di vista si potrebbe dire che di questo si tratta visto che si basa sul collaudato kernel Linux. Nel Googleplex la velocità è importante, in funzione però di un futuro fatto esclusivamente di applicativi cloud-based : settore in cui BigG ha già conseguito una discreta esperienza che con tutta probabilità intende riversare in quest’ultimo progetto. Gmail, Calendar e Docs saranno parte integrante della nuvola di programmi a corredo di Chrome OS.
Durante la conferenza stampa di presentazione non sono state rilasciate informazioni che non fossero note già da tempo. Si è preferito ricordare le specifiche tecniche richieste per realizzare hardware in grado di far girare Chrome OS, che potendo essere utilizzato sia con processori ARM che x86 non dovrebbe fare fatica a sistemarsi sul mercato: l’ accordo siglato con Sony per la produzione di una serie di Vaio equipaggiata con il browser omonimo di BigG potrebbe essere solo un antipasto di quanto in futuro potrebbe accadere con molti altri produttori per il sistema operativo di Mountain View.
Giorgio Pontico