P2P, condanna in terra elvetica

P2P, condanna in terra elvetica

Ad una diciottenne di Locarno circa 300 euro di multa per aver condiviso 4200 canzoni. Ma la legge federale sul diritto d'autore permette il downloading anche senza autorizzazione degli aventi diritto. Purché sia per uso privato
Ad una diciottenne di Locarno circa 300 euro di multa per aver condiviso 4200 canzoni. Ma la legge federale sul diritto d'autore permette il downloading anche senza autorizzazione degli aventi diritto. Purché sia per uso privato

È stato descritto da alcuni siti svizzeri come un caso che farà la storia. Apparentemente la primissima condanna per file sharing illecito nell’area del Canton Ticino. Protagonista di questo precedente, una ragazza di diciotto anni della zona di Locarno, che è stata condannata dal sostituto procuratore Amos Pagnamenta per aver violato i principi della legge federale svizzera sul diritto d’autore .

In particolare , la ragazza è stata sanzionata con una multa pari a 400 franchi (circa 270 euro), in aggiunta a 30 aliquote per due anni, sospese con la condizionale. La giovane netizen aveva messo in condivisione 270 film e più di 4200 brani musicali . Una condanna che ha fatto riflettere, specie sulle attuali predisposizioni di legge sul diritto d’autore in Svizzera.

Come fa notare Paolo Attivissimo, scaricare da Internet materiale protetto dal copyright è permesso. Stando a quanto ha detto SUISA (corrispettivo elvetico della SIAE), il download privato in Svizzera è permesso , anche senza l’approvazione degli aventi diritto, nonostante l’offerta stessa sia illegale. Perché la diciottenne è stata allora condannata?

Se lo è chiesto Attivissimo che ha poi illustrato ciò che viene stabilito dall’articolo 19 della stessa legge svizzera sul diritto d’autore. La condivisione non è affatto lecita se al di fuori di un ambiente privato , di una cerchia di persone unite da stretti vincoli come quelli d’amicizia e di parentela. Pare che sia stata una delle società titolari dei diritti a smascherare la ragazza, attraverso un monitoraggio del canale P2P da lei utilizzato.

La condanna potrebbe quindi far paura a tutti quei netizen convinti di essere imprendibili. “Il vero problema della sentenza ticinese – ha spiegato Attivissimo – è che farà scalpore per qualche giorno e poi tutto tornerà come prima. Chi scarica film e musica si sente invulnerabile, perché è uno tra i tanti e pensa di passare inosservato. In effetti ha ragione in genere, visto il numero striminzitissimo di sentenze”. Ma non lo si dica alla ragazza di Locarno.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
8 gen 2010
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