Durante una presentazione al Linux.conf.au 2010 svoltasi a Wellington (Nuova Zelanda), sono stati presentati i numeri dell’ultimo anno di sviluppo del kernel Linux: che mostra grande vitalità, ma protagonisti inattesi.
Il fondatore di LWN.net e coder Linux Jonathan Corbet ha offerto un’analisi dei contributi al kernel tra il dicembre 2008 e il gennaio 2010, periodo in cui sono stati stese 2,8 milioni di righe di codice (quasi 7 mila righe al giorno) e apportati circa 55 mila cambiamenti sugnificativi al kernel, passato dalla versione 2.6.28 a 2.6.32.
Di questa indiscutibile vitalità, tuttavia, i protagonisti non sono stati gli entusiasti volontari che l’immaginario collettivo vede dietro a Linux, responsabili solo per il 18 per cento del codice prodotto: la gran parte del lavoro è riconducibile a persone che lavorano per società specifiche in ruoli dove lo sviluppo di quel codice è un requisito fondamentale. “Il 75 per cento viene da persone pagate per realizzarlo”, sottolinea Corbet.
A questa ampia fetta hanno contribuito naturalmente anche Red Hat (12 per cento), Intel (8 per cento), Oracle (3 per cento), IBM e Novell (entrambe con il 6). Manca all’appello Google, che pur utilizzandolo pare non contribuisca in maniera significativa e organizzata a sviluppare codice per il kernel Linux.
Claudio Tamburrino