USA, il dipendente infedele del controllo aereo

USA, il dipendente infedele del controllo aereo

Era in procinto di perdere il posto, e per ripicca ha deciso di rimestare all'interno dei database usati per il controllo antiterrorismo ai confini USA. Controlli che non risparmiano nemmeno i nomi deitrapassati
Era in procinto di perdere il posto, e per ripicca ha deciso di rimestare all'interno dei database usati per il controllo antiterrorismo ai confini USA. Controlli che non risparmiano nemmeno i nomi deitrapassati

È cominciato mercoledì, presso la corte federale di Denver, Colorado, il processo al 46enne Douglas James Duchak. L’uomo è accusato di aver tentato di “compromettere” i sistemi e i database gestiti dalla Transport Security Administration e usati per fare lo screening dei passeggeri dei voli diretti negli USA. Duchak, analista della TSA, avrebbe agito in ritorsione dell’avviso di licenziamento recapitatogli l’ottobre scorso con preavviso di due settimane.

Il tentativo di compromissione del funzionario ha coinvolto i computer del Colorado Springs Operations Center e un server della TSA contenente informazioni del Warrant Information Network dello US Marshals Service . Secondo le accuse del procuratore Duchak avrebbe “volontariamente trasmesso del codice all’interno del server CSOC contenente il Terrorist Screening Database, e ha quindi provato intenzionalmente a provocare un danno ai computer e database CSOC”.

Si tratta in sostanza di un vero e proprio tentativo di sabotaggio a scopo di vendetta , un modo di danneggiare il discusso sistema di controllo alle frontiere statunitensi da parte di chi ne aveva fatto parte per ben cinque anni (con la funzione di aggiornare i database anti-terrorismo TSA).

Duchak rischia ora 10 anni di carcere, mentre il suo gesto mette ancora una volta in mostra le possibili falle del tecnocontrollo made in USA . Un controllo pervasivo i cui risultato pratici sembrano essere, tra l’altro, tutto fuorché entusiasmanti .

Il database federale della “no-fly list” non serve a fermare i terroristi e gli aspiranti tali, ma in compenso il complesso (e tutt’ora misterioso) sistema di controllo e analisi che lo mantiene in vita non risparmia nemmeno i morti . Chi finisce in lista ci rimane infatti anche dopo essere trapassato , una misura che gli ufficiali governativi giustificano come necessaria per individuare chi usi identità fittizie nel tentativo di salire sull’aereo in barba ai controlli.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
12 mar 2010
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