Mantello invisibile, passi avanti in Germania

Mantello invisibile, passi avanti in Germania

Scienziati tedeschi hanno realizzato un metamateriale che altera gli effetti della luce e nasconde l'oggetto su cui viene applicato
Scienziati tedeschi hanno realizzato un metamateriale che altera gli effetti della luce e nasconde l'oggetto su cui viene applicato

La ricerca di metamateriali in grado di riflettere la luce, e di rendere quindi invisibile all’occhio umano un oggetto o un corpo, compie un altro passo in avanti grazie al lavoro di un team di scienziati del Karlsruhe Institute of Technology : che ha realizzato una struttura in grado di nascondere un oggetto da qualsiasi angolo lo si osservi.

Fino a oggi uno dei limiti più evidenti delle soluzioni sperimentate finora era l’incapacità di occultare oggetti in tre dimensioni: il mantello sviluppato dal team coordinato da Tolga Ergin è stato applicato a una lamina d’oro è costituito da un metamateriale che altera gli effetti della luce sull’oggetto su cui è applicato , rendendolo praticamente invisibile. “In teoria – ha precisato Nicholas Stenger, uno dei ricercatori – si potrebbe ripetere questo esperimento su larga scala ma le nostre conoscenze tecniche non lo permettono ancora”.

Modificando la velocità e la direzione con cui i fasci di fotoni impattano sulla superficie della lamina d’oro che, vedendo così modificato il proprio indice di rifrazione, sembra svanire nel nulla: “Dal momento che l’indice di rifrazione dell’aria è 1 e quello del polimero è 1,52 – ha spiegato Ergin – possiamo ottenere un valore qualsiasi compresi fra questi due”.

I primi significativi tentativi di sviluppo di mantelli invisibili erano stati portati avanti dai ricercatori della Duke University, senza però riuscire a coprire la fatidica terza dimensione: bastava modificare l’angolo di osservazione affiché l’oggetto precedentemente occultato tornasse visibile.

Tuttavia si è ancora lontani dall’invisibilità vera e propria: le frequenze a cui vengono effettuati questi esperimenti non sono rilevabili all’occhio umano .

Giorgio Pontico

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Pubblicato il
19 mar 2010
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