La permanenza media di un iPad nuovo di zecca nel magazzino di un Apple Store USA? Molto poco a giudicare dai 300mila esemplari consegnati nelle 24 ore immediatamente successive all’esordio ufficiale del raccontatissimo tablet di Cupertino. Un’ entrata in scena degna dell’esperienza con cui Apple ha abituato il suo pubblico ormai dai tempi del primo iPhone , ma che oltre a basarsi su dati parziali (non vengono infatti forniti quelli relativi alle tavolette in ordine e si tratta per ora solo di modelli privi del modulo 3G) risponde, almeno in parte, a chi non vedeva in iPad alcuna utilità o ne preconizzasse in ogni caso una sorta di flop: sempre nell’arco della prima giornata di vendita l’App Store è stato preso d’assalto con un milione di download di applicazioni per iPad , mentre dal catalogo di iBookStore sono stati scaricati più di 250mila ebook .
Un successo prevedibile? Non per tutti. Certo l’hype e il ricordo ancora vivo di situazioni analoghe avrebbero potuto in qualche modo influenzare anche i ragionamenti degli analisti più esperti. Gene Munster, analista di Piper Jaffray , ha corretto più volte il tiro delle sue previsioni, basate peraltro sui soli ordini del modello WiFi, senza azzeccare tuttavia il risultato finale. Le vendite, è fisiologico, caleranno parallelamente all’hype che attualmente fa brillare l’aura di iPad, ma il traguardo del milione di unità vendute sembra essere molto vicino e un ulteriore spinta in questa direzione la daranno gli acquirenti che, scegliendo di attendere, si porteranno a casa il loro iPad 3G a fine aprile: periodo per il quale ne è prevista l’uscita (solo il co-founder di Apple Steve Wozniak, per ovvie ragioni, ne possiede già uno).
Il metro di paragone per capire meglio il successo iPad (almeno per quanto riguarda gli States) è il caro vecchio iPhone, quello di prima generazione che il giorno del debutto finì nelle mani di 270mila utenti e che cede ora lo scettro di best rookie ai 300mila e passa iPad estratti dai propri involucri nell’ultimo weekend. Sono sempre alcuni tra i più prestigiosi broker finanziari a dichiarare che entro la fine dell’anno Apple avrà venduto un numero variabile di milioni di iPad: si va dai 3,7 milioni secondo Canaccord Adams , passando 4,8 milioni di Susquehanna Financial , stima condivisa anche da J.P. Morgan , ai 5,5 milioni previsti invece da Piper Jaffray .
A cosa serve iPad sarà l’utente a deciderlo: e-reader, piattaforma videoludica e/o irrinunciabile strumento aziendale. Ciò di cui sono sicuri alcuni addetti ai lavori è che la capacità di sintetizzare diverse necessità in un solo device porterà con il tempo alla lenta ma inesorabile scomparsa di altri oggetti presenti nel panorama hi-tech e non solo: la sovrapposizione tra iPad e periferiche già esistenti si dovrebbe risolvere a sfavore di queste ultime.
Tra le centinaia di migliaia di acquirenti e curiosi che affollavano gli Apple Store statunitensi c’erano anche alcuni la cui curiosità non poteva essere soddisfatta semplicemente osservando il richiamo all’aggregazione sociale emanato dall’effige della mela morsicata. Qualcuno, dopo essersi sobbarcato la fila, ha preso il suo iPad e lo ha minuziosamente sezionato per cercare di capire dove si celasse il trucco utilizzato da Apple.
Uno di questi è David Carey, di UBM TechInsights , che ha raccontato a GigaOM le impressioni raccolte durante e dopo il sezionamento di iPad.
Anche iFixit ha acquistato un iPad per il puro gusto di vedere come era fatto dentro, svelando alcuni particolari come il processore A4 di manifattura Samsung e la scheda di memoria flash NAND e il modulo Bluetooth che è identico a quello presente nell’iPod Touch di terza generazione . Per quanto riguarda i materiali Apple pare sia stata attenta a non turbare gli ambientalisti cercando di evitare a tutti i costi l’uso di sostanze nocive come l’arsenico, il mercurio e piro-ritardanti a base di bromo nella realizzazione di iPad.
Sul fronte WiFi si è invece registrato quello sembra essere un difetto comune a diversi iPad. Sul forum di supporto di Apple sono comparsi negli ultimi giorni alcuni commenti di utenti che lamentano una scarsa efficienza della connettività wireless del proprio dispositivo: il problema, probabilmente di natura software, è caratterizzato da una certa difficoltà nell’agganciare e mantenere una connessione senza fili .
Infine, connettività wireless a parte, iPad, così come iPhone qualche tempo prima , è caduto senza opporre troppa resistenza sotto i colpi inferti dal Dev Team. A mostrare con orgoglio su Twitter le prove dell’ impresa ci ha pensato MuscleNerd , un componente della crew dedita al jailbreaking.
Giorgio Pontico