Si tratta di una di quelle prime volte che non potranno essere facilmente dimenticate. Non sono passati nemmeno due anni da un annuncio che tanti giornalisti online attendevano da lungo tempo: la Pulitzer Prize Board avrebbe da quel momento preso in considerazione anche le penne tastiere del web. Per l’assegnazione dell’onorificenza più ambita nel panorama del giornalismo internazionale.
E ProPublica è stato il primo a farcela, il primo spazio d’informazione online a fregiarsi del celebre riconoscimento, condito da un assegno di 10mila dollari consegnato dalla speciale commissione della Columbia University . A vincere è stata una lunga e approfondita inchiesta sulla controversa situazione ospedaliera nella New Orleans devastata dall’uragano Katrina.
Risorsa non profit, ProPublica può attualmente contare sull’appoggio di The New York Times Magazine , che aveva pubblicato le circa 13mila parole dell’inchiesta a firma Sheri Fink. “Si tratta di un riconoscimento destinato a ripetersi nel corso dei prossimi anni – ha dichiarato Sig Gissler della commissione del Pulitzer – dal momento che emergono sempre più collaborazioni tra le realtà giornalistiche”.
Ma soprattutto perché questa vittoria potrebbe rappresentare un vitale slancio per certi giornalismi online, più flessibili e aperti all’approfondimento, senza bilanci in rosso da sopportare o redditi stellari da garantire a signori delle news come Arthur Ochs Sulzberger Jr. E ProPublica non è stato il solo spazio online a meritarsi un premio tanto ambito come il Pulitzer.
Una seconda onorificenza è andata al sito sfgate.com , spazio web legato al quotidiano San Francisco Chronicle . Mai una risorsa di Internet si era accaparrata la vittoria per la sezione dedicata agli editoriali a mezzo vignetta . Ma Mark Fiore ce l’ha fatta, insieme a tutto il sistema delle news online, che ha celebrato il suo giorno da vero reporter d’assalto.
Mauro Vecchio