Inno di Mameli, SIAE rinuncerà a incassare

Inno di Mameli, SIAE rinuncerà a incassare

A seguito della lettera dal Comune di Messina e di una proposta di legge alla Camera, la Società Italiana Autori Editori smetterà di raccogliere i compensi per il noleggio dello spartito del motivo nazionale. Ma parla di disinformazione
A seguito della lettera dal Comune di Messina e di una proposta di legge alla Camera, la Società Italiana Autori Editori smetterà di raccogliere i compensi per il noleggio dello spartito del motivo nazionale. Ma parla di disinformazione

Interrogazioni parlamentari da parte di governo e opposizione, proposte di legge, la reazione della SIAE. Tutto a seguito della lettera inviata dal presidente del Consiglio comunale di Messina Pippo Previti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Un ente non profit della città siciliana – la Croce Rossa locale , come appurato da Punto Informatico – aveva in pratica pagato poco più di mille euro alla Società Italiana Editori Autori (SIAE) per aver suonato in pubblico l’inno nazionale. Per la precisione, durante un concerto del capodanno 2009, come spiegato (non con estrema precisione) dalla stessa Croce Rossa di Messina.

SIAE aveva tuttavia smentito con una precisazione : solo 100 euro erano stati incassati lo scorso anno per il noleggio dello spartito dell’inno e per conto della casa editrice Sonzogno. La cifra di oltre mille euro citata dal presidente Previti era, ha chiarito SIAE, riferita principalmente alla somma di 816 euro richiesti per i diritti d’autore per musica tutelata utilizzata nello stesso concerto svoltosi a Messina.

Nel frattempo, è stata presentata alla Camera dei Deputati una proposta di legge su iniziativa degli onorevoli Roberto Cassinelli e Michele Scandroglio. Il testo e la musica de Il Canto degli Italiani dovrebbero, si invoca nella proposta di legge, costituire un patrimonio nazionale, liberamente eseguibili e riproducibili . “Nessun ente – si legge nella proposta – pubblico o privato può richiedere o comunque percepire proventi derivanti dalla sua esecuzione o riproduzione”.

A questo punto, SIAE ha parlato di clamore, frutto di una generale disinformazione da correggere. Non c’è nessun incasso derivante dall’esecuzione di un motivo ormai ricaduto in pubblico dominio, bensì dal diritto di noleggio delle partiture musicali. Diritto che spetta alle case editrici della cosiddetta musica a stampa, per ciò che attiene all’utilizzo degli spartiti da parte degli orchestrali .

Case editrici come appunto Sonzogno. Quello che tuttavia rimane poco chiaro è se Sonzogno detenga una sorta di diritto esclusivo sulla partitura per orchestra dell’inno di Mameli e Novaro, o se sia effettivamente l’unica casa editrice a mettere a disposizione una partitura pronta all’uso. Come spiegato dallo stesso Previti a Punto Informatico , la Croce Rossa di Messina avrebbe ricevuto un tariffario standard contenente gli obblighi di pagamento a SIAE a seconda del tipo di location dell’evento.

“Gli equivoci insorti e strumentalmente utilizzati mediaticamente per attacchi alla SIAE – si legge in un recente comunicato stampa della Società – istituzione che da più di un secolo è preposta alla promozione della cultura in Italia attraverso la tutela economica dei soggetti, autori ed editori, che la producono, spingono la Società a rinunciare nei confronti della casa editrice Sonzogno all’incarico di riscuotere i predetti diritti di noleggio, assumendosene la relativa responsabilità”.

Ciò è stato deciso, spiega SIAE “a tutela dell’immagine della Società, ma anche allo scopo di richiamare l’attenzione dei cittadini e dei mezzi di comunicazione sulla reale portata e sul valore dei diritti d’autore”. Diritti che, ricorda SIAE, riguardano innanzitutto la persona, nella sua creatività intellettuale, quindi la comunità tutta, “nella sua crescita civile, culturale ed economica”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 29 apr 2010
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