USA, i sei nemici del copyright

USA, i sei nemici del copyright

Diramata una lista dei principali spazi online che stanno minacciando l'integrità delle famiglie statunitensi. Almeno secondo i rappresentanti dell'anti-pirateria a stelle e strisce, che hanno accusato vari governi di rubare alla nazione
Diramata una lista dei principali spazi online che stanno minacciando l'integrità delle famiglie statunitensi. Almeno secondo i rappresentanti dell'anti-pirateria a stelle e strisce, che hanno accusato vari governi di rubare alla nazione

C’è chi ha ironicamente parlato di un’asse del male , frutto di un immaginaria alleanza tra vari protagonisti del P2P internazionale. In pratica, una lista decisamente reale, recentemente diramata nel corso di un evento organizzato dal Congressional International Anti-Piracy Caucus , ovvero il gruppo bipartisan che negli Stati Uniti tutela la proprietà intellettuale.

Sei protagonisti della condivisione globale, indicati dal gruppo a stelle e strisce in quanto spazi online colpevoli di diffondere copie illecite di opere dell’ingegno made in USA . Una lista che ha innanzitutto confermato quello che rimane il nemico numero uno per i rappresentanti del copyright. The Pirate Bay ha vinto la speciale classifica , nonostante le sue ultime difficoltà nel Vecchio Continente .

Poi – non certo a sorpresa – è toccato al canadese IsoHunt. Prima di RapidShare, il servizio di hosting proprio recentemente assolto da una corte tedesca , in quanto non responsabile di certi contenuti caricati online dagli utenti. A chiudere il gruppo dei sei , il servizio con base in Ucraina MP3fiesta e il lussemburghese RMX4U.com , definitosi la più vasta comunità al mondo dedicata alla black music.

Infine Baidu, il popolare motore di ricerca cinese che ha scatenato un’aspra lotta con quello più famoso del web, Google. Dunque, sei spazi online per sei gravi minacce alla proprietà intellettuale statunitense e non solo. “Una Rete fatta di caos potrebbe per qualcuno rappresentare una visione utopica – ha spiegato il CEO di RIAA Mitch Bainwol, intervenuto nel corso dell’evento – ma di sicuro rappresenta una minaccia”.

Perché “di sicuro attenta ai valori di una società, in particolare di una famiglia che deve sentirsi sicura e protetta, oltre che di un mercato che deve generare profitti e posti di lavoro”. Così Bainwol, che ha poi ricordato come la lotta allo sharing debba mandare un messaggio chiaro e forte ai vari governi nazionali. Governi che – sempre secondo la posizione del gruppo statunitense – stanno facendo poco e male nell’arginare il P2P .

Quindi, nel momento in cui MP3fiesta minaccia la stessa integrità delle famiglie statunitensi, i vari legislatori del mondo dovrebbero muoversi e dare un segnale vigoroso nella battaglia contro il torrentismo selvaggio. Cina, Spagna, Messico e Canada sono tra i paesi più negligenti da questo punto di vista, bacchettati pubblicamente dallo stesso gruppo bipartisan a Washington. Nelle parole del senatore repubblicano Orrin Hatch, “queste nazioni stanno rapinando gli Stati Uniti d’America”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 20 mag 2010
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