Le immagini in 3D si fanno strada nell’industria multimediale, ma i tempi sono lunghi e le incertezze ancora tante. Per mitigare i dubbi dei consumatori e ridurre il sostanzioso impatto economico della spesa necessaria a godersi il 3D in casa, Microsoft ha sviluppato un prototipo di lente da integrare direttamente nello schermo. Il risultato è una visione stereoscopica senza che sia necessario indossare scomodi e costosi occhialini, assieme al fatto di potersi sedere dove si vuole per godere dell’effetto 3D.
Frutto degli sforzi di ricerca della divisione Applied Sciences Group di Microsoft, la nuova lente stereoscopica è più sottile alla base (6 millimetri) che alla cima (11 mm) ed è in grado di “proiettare” la luce verso gli occhi degli spettatori attraverso i LED integrati alla base. Una videocamera tiene traccia della posizione dell’utente per dirigere il fascio luminoso nella giusta direzione, mentre la lente si incarica di trasmettere due immagini differenti all’occhio destro e a quello sinistro dell’utente.
Il risultato è una visione 3D per due spettatori in contemporanea seduti all’interno di un angolo fisso davanti allo schermo, oppure la proiezione di un flusso visivo codificato nelle tradizionali due dimensioni per quattro spettatori.
Le nuove lenti di Microsoft applicano e rinnovano il principio di proiezione già adottato nei sistemi 3D senza occhialini “esterni”, in cui la lente si trova tra la fonte luminosa e il suo punto focale. In questo caso, invece, la luce viaggia direttamente all’interno della lente minimizzando la distanza tra il proiettore e lo schermo.
Tra i lati negativi ancora da limare della nuova invenzione c’è un angolo di visione molto ridotto (20°) che Microsoft spera quantomeno di raddoppiare, e il fatto che la possibilità di proiettare un gran numero di immagini al secondo richiede la disponibilità di schermi con una frequenza molto più alta rispetto ai canonici 60 Hz degli schermi odierni . Oltre che a spingere i costruttori ad aumentare la frequenza degli schermi, inoltre, a Redmond pensano a una soluzione per adottare le lenti come retroilluminazione dei monitor LCD.
Alfonso Maruccia