Lo Space Shuttle continuerà a volare per lo meno fino a febbraio 2011, e possibilmente anche oltre se Obama ci metterà la firma: dopo settimane di indiscrezioni NASA conferma ufficialmente il breve rinvio del pensionamento del programma spaziale , fatto giustificato dal tempo richiesto per preparare il carico dell’ultima missione.
In origine il programma Shuttle avrebbe dovuto chiudere i battenti nel 2010 ma politici , ex-astronauti e anche ufficiali NASA non hanno mai fatto mistero di voler continuare a mantenere le navette Shuttle (200 milioni di dollari al mese di costo complessivo) almeno finché non fosse divenuto operativo un sistema di trasporto alternativo verso la ISS in orbita intorno alla Terra.
I nuovi piani di volo allungano sì la vita allo Shuttle, ma poco fanno per estenderne l’impiego in occasioni future : l’ ultima missione programmata resta quella della navetta Discovery , che sarebbe dovuta partire alla volta della ISS a settembre ma verrà invece lanciata il 26 febbraio 2011. L’oggetto del trasporto consisterà in un nuovo strumento scientifico – il rilevatore Alpha Magnetic Spectrometer dal costo di 1,5 miliardi di dollari e utile nello studio della fisica delle particelle – più i “soliti” rifornimenti agli ospiti fissi della stazione.
Per NASA il futuro del trasporto spaziale continua a chiamarsi Soyuz o Falcon 9 (+Dragon), anche se i manager di missione dell’agenzia spaziale sperano che Obama autorizzi almeno una prossima missione da portare a termine entro il prossimo giugno. NASA dice ora che una decisione in merito verrà presa non prima di agosto.
E mentre sulla Terra si discute di missioni future, quella del cargo robotico russo Progress M-06M ha rischiato di concludersi con un fallimento potenzialmente pericoloso per la sicurezza della ISS e l’incolumità degli astronauti a bordo. Venerdì scorso, un primo tentativo di allineamento del cargo con la stazione è fallito e il vascello ha dovuto attendere fino a domenica – a debita distanza di sicurezza dalla ISS – per completare con successo l’attracco.
In un’ottica tesa a evitare possibili incidenti nell’atmosfera esterna del Pianeta, invece, l’ Air Force statunitense si prepara a lanciare in orbita il satellite SBSS per tenere sotto controllo la tanta spazzatura spaziale che impensierisce missioni scientifiche e imprese commerciali. Da un orbita di oltre 627 chilometri, SBSS avrà il compito di monitorare i 1.000 satelliti attivi e i 20mila frammenti di detriti sin qui noti per fornire all’Air Force una fotografia chiara delle condizioni di sicurezza nell’alta atmosfera.
Alfonso Maruccia