Motorola: vietato scaricare Froyo

Motorola: vietato scaricare Froyo

Letteraccia legale al sito MyDroidWorld, reo di aver messo in circolazione una versione non autorizzata di Android 2.2. Intanto, Nexus One va a ruba tra gli sviluppatori
Letteraccia legale al sito MyDroidWorld, reo di aver messo in circolazione una versione non autorizzata di Android 2.2. Intanto, Nexus One va a ruba tra gli sviluppatori

C’è chi ha sottolineato come Motorola non sia poi risultata più morbida di Apple quando in ballo c’è una condivisione non autorizzata di software, attaccata ai tanto delicati principi della proprietà intellettuale. Nel mirino dell’azienda di Schaumburg è così finito il sito specializzato MyDroidWorld .

Sito reo di aver messo in circolazione una versione primigenia del sistema operativo Android 2.2 – nome in codice Froyo – prossimamente sugli schermi delle unità mobile DROID X. Un leak che pare aver ottenuto un repentino successo tra appassionati e comuni utenti Android. Motorola non pare aver invece gradito , affatto.

MyDroidWorld ha infatti ricevuto una letteraccia di tipo cease and desist , nella quale l’azienda statunitense intima ai suoi responsabili di smetterla di violare i diritti su un software coperto da proprietà intellettuale . Un’azione che ha sorpreso alcuni osservatori, data la natura open source che ha da sempre contraddistinto Android.

Ma Motorola l’ha messa in altri termini , sostenendo come nel pacchetto disponibile per il download ci sia una particolare implementazione software per un tipo particolare di tastiera touch . Sarebbe proprio questo codice a ricadere sotto i diritti legati alla proprietà intellettuale dell’azienda a stelle e strisce.

Nel frattempo, pare che la più che positiva estate di Android stia continuando con uno degli esemplari più sfortunati della sua specie. Nexus One, già ritirato dall’e-shop consumer di Google in favore dei soli sviluppatori interessati, sarebbe infatti andato letteralmente a ruba tra gli stessi developer . Un successo tardivo e, a quanto pare per le scorte esaurite di Google, insperato.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
23 ago 2010
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