Mageia ammazza Mandriva

Mageia ammazza Mandriva

Ennesima trasformazione nel rutilante bestiario delle distro Linux: gli sviluppatori dell'OS francese annunciano il distacco dalla società omonima e preannunciano una nuova fondazione con cui rilanciare il progetto
Ennesima trasformazione nel rutilante bestiario delle distro Linux: gli sviluppatori dell'OS francese annunciano il distacco dalla società omonima e preannunciano una nuova fondazione con cui rilanciare il progetto

Sono stati scorporati e infine “liquidati”, e per questo hanno deciso di seguire la propria strada e portare con loro l’esperienza costruita attorno a Mandriva Linux . Sono gli ex-impiegati di Edge-IT , sussidiaria della società francese Mandriva S.A. a cui facevano riferimento molti degli sviluppatori principali del sistema operativo. Nasce così il fork Mageia , nuova distro Linux che riprende dove Mandriva Linux ha lasciato con la fondazione di un organizzazione non profit in grado di gestire il progetto.

Il progetto Mageia conta tra le sue fila più di 50 sviluppatori ex-Mandriva e alcuni impiegati liquidati con la dismissione di Edge-IT, tutti concordi nel non avere più fiducia nelle capacità della società Mandriva S.A., “o qualsiasi altra società”, di funzionare da porto sicuro per il progetto Mandriva/Mageia.

I prossimi passi del gruppo prevedono la nascita di una fondazione non profit assieme all’istituzione di un consiglio “ad interim” di membri della community a cui affidare, durante il primo anno, la gestione della delicata fase di passaggio in vista di un’elezione democratica per il consiglio da tenersi in un secondo momento.

Fondazione a parte, le esigenze più impellenti del “core group” di Mageia includono la ricerca di hardware utile a costruire i server e ospitare il codice del progetto Mageia, le location più indicate per l’hosting e nuovi sviluppatori/contributori disposti a lavorare per realizzare “una distribuzione Linux facile e immediata da utilizzare, con strumenti di configurazione di sistema integrati e una migliore integrazione tra sistema, desktop e applicazioni”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 21 set 2010
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