All'opera, HADOPI

All'opera, HADOPI

10mila indirizzi IP al giorno segnalati dai detentori dei diritti all'alta corte francese del P2P. Si punta ad un ritmo quotidiano di 150mila. Prevista una sanzione di 1500 euro per tutti gli ISP che non identificheranno in una settimana
10mila indirizzi IP al giorno segnalati dai detentori dei diritti all'alta corte francese del P2P. Si punta ad un ritmo quotidiano di 150mila. Prevista una sanzione di 1500 euro per tutti gli ISP che non identificheranno in una settimana

Era il 2 aprile del 2009. Dopo settimane di accese discussioni, l’Assemblea Nazionale francese approvava il testo del disegno di legge che avrebbe adottato la cosiddetta dottrina Sarkozy. Una cura aggressiva al file sharing illecito, basata su un meccanismo fatto di avvertimenti e disconnessioni.

È ormai passato più di un anno. Tempo di prime mosse per l’intensa attività di HADOPI, l’alta autorità francese che dovrebbe mediare tra industria dei contenuti, provider e comuni cittadini della Rete. Pare infatti che questa sorta di tribunale del P2P abbia recentemente iniziato a ricevere segnalazioni di indirizzi IP presunti colpevoli per provvedere allo smistamento e all’identificazione con la collaborazione dei provider.

Peraltro a ritmi decisamente sostenuti. Stando ad alcune fonti , i detentori dei diritti starebbero segnalando circa 10mila avvisi al giorno , tutti relativi alla violazione del copyright a mezzo file sharing. Un ritmo destinato a crescere e non poco: si è parlato infatti di raggiungere al più presto quota 150mila indirizzi IP giornalieri .

Coinvolti nel gioco delle ghigliottine saranno presto anche i singoli ISP, che dovranno fornire ai vertici di HADOPI tutti i dati identificativi di un determinato netizen , o meglio di un determinato indirizzo IP.

Si parla di nomi e cognomi, di numeri telefonici, di indirizzi di posta elettronica. Informazioni che i vari provider dovranno consegnare entro otto giorni dalla richiesta ufficiale. Pena, una sanzione di 1500 euro per ogni giorno trascorso senza una chiara identificazione dell’indirizzo IP.

Tutto questo porta inevitabilmente a tornare su interrogativi già espressi in passato, ora rimarcati da un parlamentare britannico circa l’adozione del Digital Economy Act . Come comportarsi con chi viene derubato della propria connessione WiFi (premesso che venga lasciata non protetta)? Cosa fare se un normale locale pubblico permette ai suoi clienti di navigare liberamente?

Può dunque un gestore venire accusato dell’eventuale violazione da parte di uno qualsiasi dei suoi clienti? Un genitore potrebbe finire nel mirino di HADOPI per le attività illecite del figlio o di un suo amico invitato a casa. Come sottolineato dallo stesso parlamentare britannico, ad un indirizzo IP non sempre corrisponde un cattivone del P2P .

Mauro Vecchio

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
22 set 2010
Link copiato negli appunti