RIAA e lo sharing consapevole

RIAA e lo sharing consapevole

Avrà meno di un mese di tempo per dimostrare come Whitney Harper fosse pienamente conscia dei rischi derivanti dal download di brani a mezzo Kazaa. Così la Corte Suprema ha obbligato le major del disco a fornire prove schiaccianti
Avrà meno di un mese di tempo per dimostrare come Whitney Harper fosse pienamente conscia dei rischi derivanti dal download di brani a mezzo Kazaa. Così la Corte Suprema ha obbligato le major del disco a fornire prove schiaccianti

La sua agguerrita squadra legale dovrà ora darsi da fare, per convincere il supremo giudice statunitense dell’evidente colpevolezza dell’ex-cheerleader Whitney Harper. La Recording Industry Association of America (RIAA) avrà ora meno di un mese di tempo per sottoporre alla Corte Suprema prove che risultino schiaccianti .

Ovvero un documento che dimostri come l’atto di condivisione a mezzo Kazaa di 37 brani musicali si sia tradotto in un trasferimento reale di contenuti . Dal momento che i legali dell’ormai ventiduenne studentessa universitaria hanno più volte sottolineato come alcuna distribuzione dei brani fosse mai avvenuta.

Accusata dalla RIAA, Whitney Harper si era macchiata – tra i 14 e i 16 anni – di ripetuta violazione del copyright, dopo il download illecito di 37 brani. L’iniziale pena di 750 dollari a canzone era successivamente stata ridotta a 200 dollari . Un panel di giudici aveva poi negato alla ragazza l’attenuante dell’inconsapevolezza.

I suoi legali avevano infatti offerto questo tipo di giustificazione: Whitney Harper non aveva alcuna idea dei pericoli legati al download di brani su Kazaa . La Corte Suprema ha ora obbligato RIAA a dimostrare come l’ex-cheerleader fosse totalmente consapevole del suo reato.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
23 set 2010
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