Iron Man per l'esercito USA

Iron Man per l'esercito USA

Presentata la nuova versione di un esoscheletro sviluppata da un contractor della difesa statunitense. Permette di sollevare pesi di notevoli dimensioni senza sforzo eccessivo
Presentata la nuova versione di un esoscheletro sviluppata da un contractor della difesa statunitense. Permette di sollevare pesi di notevoli dimensioni senza sforzo eccessivo

Di qui a cinque anni, l’idea di indossare un esoscheletro in grado di fornire all’utilizzatore capacità fisiche superiori potrebbe essere realtà. Per lo meno è quello che pensa Raytheon , contractor della difesa USA impegnato su più fronti tecnologici avanzati uno dei quali comprende appunto la realizzazione di un supporto fisico esterno, capace di facilitare la vita in applicazioni civili ma soprattutto militari .

Exoskeleton (XOS 2) è l’ultimo esemplare tecnologico realizzato da Raytheon, evoluzione di un precedente esoscheletro sperimentale e molto più raffinato in quanto a capacità operative e caratteristiche tecniche. XOS 2 è più leggero, permette movimenti più veloci ed è meno affamato di energia usandone il 50 per cento in meno del suo predecessore.

Maggiormente resistente alle condizioni ambientali, XOS 2 permette una elasticità nei movimenti sufficiente a sferrare pugni, incedere ad una velocità che può raggiungere i 5 chilometri orari e calciare un pallone. La capacità di sollevamento dell’esoscheletro è pari a un diciassettesimo del peso reale , per cui il sollevamento di 77 chilogrammi comporterebbe uno sforzo effettivo pari a quello necessario ad alzare 4,5 kg.

Disponibile in due versioni differenti – una “completa” destinata a usi logistici e un’altra fornita delle sole gambe robotiche più adatte per trasportare grandi pesi sul campo di battaglia – XOS 2 ha prima di tutto il vantaggio di ridurre la fatica e il rischio di lesioni, due elementi che costano caro quando si tratta di applicazioni militari.

I ricercatori di Raytheon sono convinti del fatto che “con il giusto impegno” XOS 2 potrebbe diventare un prodotto bello e finito entro un lustro. Prima occorrerà ovviare alle limitazioni che ancora affliggono il dispositivo-esoscheletro, naturalmente, a cominciare dal fabbisogno energetico della struttura (che dovrebbe idealmente essere in grado di autosostenersi). Al momento Exoskeleton viene alimentato con un collegamento “cablato”, mentre gli sviluppatori sono attualmente al lavoro su una batteria portatile da installare sul retro all’altezza della schiena dell’utilizzatore.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
28 set 2010
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