Poco più di un anno fa, quando iPad non era ancora nulla di concreto (se non nei laboratori di Cupertino) descrivevo un futuro ipotetico in cui, pur senza nulla togliere al settore desktop (soprattutto per certi compiti dove è le prestazioni sono determinanti) i dispositivi portatili e ultraportatili sarebbero andati a ricoprire un ruolo sempre più importante. Non che l’avanzata del settore mobile fosse un mistero: ma oggi, alla luce di tutto quello che è accaduto nel 2010, si possono intravedere alcuni risvolti più o meno interessanti relativi a questo argomento.
L’anno si è aperto con il CES 2010 all’insegna dei tablet, annunciati un po’ da tutti, forse con troppo anticipo (visti i progetti svaniti nel nulla e i tempi effettivi di rilascio di questi prodotti), forse col solo scopo di mostrare qualcosa prima di Apple : l’annuncio di un tablet designed in Cupertino era ormai nell’aria, anche se la comunicazione ufficiale sarebbe arrivata solo qualche settimana più tardi.
In ogni caso, iPad a parte (di cui si attendono i risultati delle vendite del trimestre estivo per capire se il traguardo dei 10-12 milioni di unità vendute nel 2010 sarà un obiettivo realizzabile), questi mesi sono stati un continuo susseguirsi di novità nel settore mobile, tra tablet , smartphone, nuove versioni dei sistemi operativi dedicati, decine di migliaia di nuove applicazioni, e molto altro ancora. Dall’ HP Slate al PlayBook di RIM (prodotti non ancora disponibili, a differenza dello Streak di Dell), passando per la rinascita di Motorola grazie alla serie Droid , la nuova versione del sistema di Google ( Froyo ), il nuovissimo Windows Phone 7 , le decine di migliaia di applicazioni per iPad, e i sondaggi che vedono in continua crescita l’utilizzo di tablet e smartphone per la fruizione di Internet.
Il motivo di questo successo è abbastanza evidente: l’informatica è diventata sempre più un fenomeno di massa, e non è più riservata a persone esperte in materia. Il computer non è solo uno strumento di lavoro, è diventato un comune elettrodomestico, uno strumento come tanti altri, utile per reperire informazioni su Internet, comunicare, stampare foto. L’utente medio, spesso e volentieri, non è minimamente esperto di informatica, né gli interessa diventarlo: vuole un computer per controllare la posta elettronica, incontrare gli amici su Facebook, giocare, vedere video su YouTube ecc. Il fenomeno non è certo una novità, ma negli ultimi anni si è ulteriormente accentuato, ed è stato affiancato dal potenziamento dei telefoni cellulari (il dispositivo elettronico probabilmente più diffuso) che ormai sono diventati dei veri e propri mini computer.
Anche uscendo dall’ambito consumer, ci sono alcuni settori professionali per i quali il computer è solo uno strumento per leggere e spedire email, o per preparare documentazione. A fronte di certi utilizzi che potremmo definire “poco impegnativi”, non è indispensabile avere macchine dalle prestazioni elevate ma magari è più importante avere la possibilità di fare le cose in maniera semplice, e avere sempre in mano (o in tasca) la possibilità di farle: basti pensare al successo del Blackberry derivante principalmente dalle push-mail.
Se il successo degli smartphone è già ben consolidato e in continua crescita, la tendenza attuale è quella dei tablet, che stanno arrivando sul mercato praticamente da ogni produttore, in varie dimensioni, con diversi sistemi operativi e con diverse dotazioni hardware. Senza entrare nei dettagli dei singoli modelli, possiamo comunque notare che (nonostante ci siano ancora molte persone dubbiose) i tablet stanno rubando quote di mercato un po’ a tutti, in particolare a notebook e netbook. Come mai il successo di questi device arriva solo ora, dopo quasi un decennio di presenza sul mercato?
Ognuno potrebbe dare una risposta diversa a questa domanda, molti diranno che è solo una moda: a mio avviso, al di là dell’avere solo recentemente un hardware “maturo” per realizzare un dispositivo interessante (come prestazioni, autonomia, e peso/ingombri), il merito principale va al sistema operativo, ed è lo stesso motivo per cui negli ultimi anni c’è stata una forte diffusione anche degli smartphone. iOS e Android (giusto per citare i due più chiacchierati) sono sistemi operativi nati appositamente per essere utilizzati su uno schermo touch, che sia di uno smartphone o di un tablet (nonostante Google ammetta che Froyo abbia qualche limite per funzionare al meglio su schermi di grandi dimensioni). L’esperienza di utilizzo è completamente diversa rispetto a quella di utilizzare un normale sistema operativo desktop con uno schermo touch, soprattutto se consideriamo la differenza tra applicazioni realizzate ad-hoc, e applicazioni che normalmente richiedono l’impiego di un mouse: non stento a credere che, prima dell’avvento di sistemi e applicazioni dedicate, i tablet non abbiano incontrato i favori del mercato.
A seguito di queste considerazioni, cosa dovremmo aspettarci per il futuro? Se a livello professionale tutto proseguirà secondo i canoni più tradizionali, il settore consumer potrebbe abbandonare progressivamente macchine e sistemi operativi classici, per adottare dispositivi più versatili nell’utilizzo (e quindi anche in mobilità) ma più semplici da gestire. Chiunque possiede un iPad (parlo di questo tablet semplicemente perché al momento è quello maggiormente diffuso, se non quasi l’unico di nuova generazione presente sul mercato) probabilmente si sarà ritrovato ad utilizzare questo dispositivo come strumento principale per navigare, controllare i messaggi di posta elettronica, chattare, giocare, e molti altri compiti (ci sono anche applicazioni di un certo spessore): è più immediato, veloce, sicuro, e meno impegnativo rispetto all’utilizzo di un normale computer
E questa sarà la chiave vincente che contribuirà alla diffusione di dispositivi di questo genere, sia tra le mura domestiche che per altri compiti .
Domenico Galimberti
blog puce72
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