Facebook, o la sicurezza o la borsa

Facebook, o la sicurezza o la borsa

Il network sociale introduce nuove modifiche in materia di sicurezza, mentre i critici e le cause legali aumentano
Il network sociale introduce nuove modifiche in materia di sicurezza, mentre i critici e le cause legali aumentano

Aggiornamenti di sicurezza in vista per Facebook, che presto dovrebbe fornire a tutte le sue centinaia di milioni di utenti una nuova opzione per generare password “usa e getta” e la possibilità di gestire (e revocare) le sessioni di navigazione aperte su macchine differenti da quella in uso.

In quest’ultimo caso si tratta di una novità già ampiamente preannunciata , un modo per “fornire agli utenti maggior controllo sui login all’account” aveva spiegato Facebook un mese fa. Con la nuova opzione di gestione delle sessioni sarà possibile controllare da remoto l’eventuale presenza di login anomali o anche indesiderati sul proprio account, e di prendere le opportune contromisure come la modifica della password accompagnata all’ovvia revocazione della sessione in oggetto.

Per quanto riguarda la password usa e getta, invece, si tratterà di fornire a Facebook il proprio numero di cellulare e in seguito di inviare un SMS contenente una parola chiave stabilita. A quel punto Facebook risponderà con una password di accesso “spendibile” una sola volta e valida per soli 20 minuti – una soluzione ideale per consultare la propria bacheca su computer pubblici e non solo.

Questioni di sicurezza a parte, le discussioni su Facebook vanno di pari passo con la sua crescente popolarità. Trent Reznor, musicista autore della colonna sonora del film The Social Network , ha dedicato parole non molto gentili alla inutilità del sito creato da Mark Zuckerberg e ha ribadito che, sì, le “identità virtuali” sono false che più false non si può e nulla hanno a che fare con i rapporti che si stringono nella vita quotidiana.

Ci va giù ancora più duro Bruce Schneier: l’esperto di sicurezza definisce Facebook “assassino della privacy”, che svende la riservatezza dei suoi utenti perché “il suo mercato è vendere i dati degli utenti ai suoi partner commerciali”. Gli utenti “sono il prodotto” di Facebook, non i suoi utilizzatori, avrebbe detto Schneier alla RSA Conference , ma c’è chi sostiene che si tratti di una “citazione fuori contesto” perché il business di Facebook sarebbe avvicinare pubblicitari e pubblico basato sui diversi interessi di quest’ultimo.

Quale che siano le opinioni sul business di Facebook, la svendita della privacy è approdata in tribunale e due membri del network sostengono che il sito abbia rivelato informazioni sull’identità degli utenti senza alcuna autorizzazione in tal senso. È una violazione delle leggi locali e federali degli Stati Uniti, sostiene l’accusa, anche se Facebook avrebbe modificato il proprio comportamento a seguito di richieste della stampa.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
13 ott 2010
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