Lo scontro legale tra SAP e Oracle entra nel vivo e approda nei tribunali statunitensi: la software house tedesca ammette di essere colpevole del furto di copyright ai danni del colosso dei database per velocizzare le cose, mentre Oracle chiede miliardi di dollari in compensazione dei presunti danni subiti.
Accogliendo senza contestazioni l’accusa di “contributo all’infrazione di copyright” scagliatale addosso da Oracle, SAP AG spera di convincere giudici e giuria a ridurre la durata del processo a non più di 20 ore per parte. “È una decisione di buon senso eliminare il problema ora – scrivono i legali dell’azienda teutonica – perché l’eventuale responsabilità di SAP non influenza i danni in oggetto del processo e mantenere la questione nel caso farebbe solo il gioco dell’accusa e del suo desiderio di trasformare il processo in uno show”.
Ma che SAP lo voglia o meno, le prime battute di uno dei processi più attesi nella storia della Silicon Valley somigliamo parecchio a quello show descritto dal suo team legale. In teoria il motivo del contendere sarebbero i danni subiti da Oracle dall’attività di “spionaggio” illegale messa in pratica dal management di SAP (decine di miliardi contro i 160 milioni che SAP sarebbe disposta a versare come risarcimento), in pratica le parti avverse si sono subito saltate alla gola parlando di volontà di delegittimazione (di Oracle contro SAP), di furto consapevole e pianificato di file proprietari da parte dei manager di SAP e di tentativo di spremere la concorrenza con richieste risarcitorie fuori scala che non hanno alcuna ragion d’essere.
Nelle prime fasi del processo sono state presentate email riservate, testimoni diretti che hanno sostenuto di essere rimasti inascoltati quando hanno denunciato la potenziale infrazione di copyright derivante dall’acquisizione di TomorrowNow (specializzata nel supporto tecnico di clienti Oracle e per questo regolarmente in possesso di file e documentazione riservata appartenenti a quest’ultima) da parte di SAP, reciproche accuse di volontà denigratoria che va ben oltre il desiderio di (farsi) risarcire un danno subito.
C’è stato spazio anche per Leo Apotheker, ex-presidente esecutivo di SAP e attuale CEO di HP che secondo il CEO di Oracle Larry Ellison sarebbe il principale responsabile delle attività illecite condotte da SAP negli anni passati. Oracle vorrebbe che Apotheker partecipasse come testimone diretto nel processo anche se al momento si troverebbe al di fuori della giurisdizione dell’area di San Francisco, e pare proprio alla fine che Apotheker apparirà di fronte alla giuria per rispondere alle domande di Oracle e del suo CEO.
Alfonso Maruccia