Cyberwar, l'Europa simula

Cyberwar, l'Europa simula

Con il coordinamento dall'agenzia di sicurezza europea ENISA una esercitazione per mettere alla prova gli Stati membri nell'ipotesi un attacco alle infrastrutture digitali e alle comunicazioni
Con il coordinamento dall'agenzia di sicurezza europea ENISA una esercitazione per mettere alla prova gli Stati membri nell'ipotesi un attacco alle infrastrutture digitali e alle comunicazioni

La Commissione UE ha simulato ieri, 4 novembre, un cyberattacco per mettere alla prova la difesa congiunta e i canali di comunicazione tra gli Stati membri in caso di crisi.

La considerazione che il sempre maggiore affidamento all’infrastruttura informatica porta, con i vantaggi, nuovi pericoli, aveva già spinto le istituzioni europee ad interessarsi dell’argomento: avevano così espresso preoccupazioni a tal riguardo, e avevano iniziato a pensare all’integrazione necessaria a livello degli organi di sicurezza. Sempre in quella sede, inoltre, erano state inaugurate nuove misure sulla criminalità informatica.

Ora, invece, la Commissione ha pensato di verificare quanto occorre ancora fare per la sicurezza del Vecchio Continente, e per farlo ha deciso di simulare una delle situazioni peggiori che si possano verificare: un cyberattacco che coinvolga tutti gli Stati. Qualche mese fa ci avevano provato gli Stati Uniti coinvolgendo mezzo mondo: l’operazione si chiamava Cyber Storm III e consisteva allo stesso modo nel simulare un attacco informatico per mettere alla prova le infrastrutture critiche.

Questa volta la simulazione si è svolta in un circuito chiuso: uno dopo l’altro gli stati membri sono stati sottoposti a sempre maggiori problemi di accesso alla rete portando al progressivo blocco di tutti i collegamenti online.

In questa situazione gli stati membri dovevano collaborare orchestrando una risposta comune alla crisi virtuale . A supervisionare le operazioni, la European Network and Information Security Agency ( ENISA ), a cui sono stati proprio recentemente affidati nuovi poteri e cui partecipano 22 stati più Islanda, Norvegia e Svizzera.

Il tutto si è svolto con ripercussioni solo nell’accedere ai servizi critici online come quelli di e-Government (gravemente rallentati) tanto che le istituzioni sono state costrette a reindirizzare il traffico proveniente dalle interconnessioni colpite.

Neelie Kroes, il commissario europeo all’agenda digitale, ha definito l’esperimento come “un importante primo passo nel lavorare insieme per combattere le potenziali minacce online alle infrastrutture essenziali”.
Il 10 novembre sarà pubblicato un rapporto con i risultati della simulazione.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 5 nov 2010
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