Adobe: Flash non odia le batterie

Adobe: Flash non odia le batterie

Adobe difende, per l'ennesima volta, la tecnologia dietro al suo media-rich content. Flash, è vero, limita l'autonomia del notebook: ma non supportare quei contenuti limita il web
Adobe difende, per l'ennesima volta, la tecnologia dietro al suo media-rich content. Flash, è vero, limita l'autonomia del notebook: ma non supportare quei contenuti limita il web

Come noto, Steve Jobs continua a non vedere di buon occhio la storica tecnologia Adobe per il rich content su web e ha deciso di non installare più il player Flash sui nuovi Mac, a partire dal MacBook Air. La motivazione ufficiale di Cupertino è garantire che l’utente scarichi da solo l’ultima release disponibile, a scanso di problemi di sicurezza. Ma qualcuno sostiene che le animazioni penalizzerebbero anche la durata della batteria.

I test condotti da Ars Technica hanno dimostrato che, navigando con Safari senza il plugin Flash installato, il nuovo MacBook Air può reggere oltre 6 ore di carica. Esponendosi ai banner realizzati con la tecnologia Adobe, l’autonomia della batteria tocca invece un massimo di 4 ore. Secondo il sito che ha effettuato le prove, gli spot animati tengono la CPU attiva anche più del necessario. Per evitare questo costante sforzo computazionale occorre disabilitare Flash.

Adobe risponde al fuoco , per l’ennesima volta, senza dimenticare una frecciatina alla piattaforma emergente approvata da Apple. Secondo il CTO Kevin Lynch il paragone non regge perché si sta parlando della possibilità di visualizzare o meno certi contenuti. “Per rappresentare qualcosa sul video c’è sempre un prezzo da pagare, in termini energetici, a prescindere dalla tecnologia usata” spiega Lynch. “Se state usando HTML5 per gestire dei banner pubblicitari animati probabilmente userete la stessa potenza di elaborazione di Flash, o anche di più”.

Per Lynch, fa tutto parte del solito complotto volto a censurare Flash in favore di altri formati. “In questa situazione Apple ha il potere di incitare o placare gli animi” ha proseguito il boss Adobe. “Avere delle porte chiuse e bloccare certe forme di espressione non è comunque un bene per il web. Lì fuori c’è un decennio di contenuti, impossibili da visualizzare sui device Apple. E questo non è solo offensivo per noi, ma anche dannoso per tutti coloro che hanno creato quei contenuti.”

Roberto Pulito

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Pubblicato il
9 nov 2010
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