La seconda edizione annuale della classifica TOP500 ufficializza lo storico passaggio della “superpotenza” tecnologica cinese su quella statunitense: Tianhe-1A è il supercomputer più potente del mondo , il paese asiatico riesce a piazzare due dei suoi sistemi tra i tre più potenti mentre gli Stati Uniti ancora detengono la maggioranza dei posti in classifica. E meditano la rivalsa con apparati capaci di performance enormemente superiori a quelli attuali.
Presentato al mondo poco più di un paio di settimane or sono, Tianhe-1A è un supercomputer basato su oltre 14mila processori Intel hexa-core e più di 7.000 GPU NVIDIA della serie Tesla M2050. La nuova tornata di benchmark Linpack – test prestazionali scritti in Fortran per la risoluzione di equazioni lineari che rappresenta lo standard per la misurazione della potenza dei supercomputer – ha sancito che il super-sistema cinese è in grado di macinare 2,6 PETAFLOPS, ben al di sopra delle capacità del Jaguar di Cray che con i suoi 1,75 PETAFLOPS aveva conquistato la vetta lo scorso giugno e che ora scende al secondo posto dietro Tianhe-1A.
E dopo Jaguar, al terzo posto la nuova TOP500 incensa ancora una volta un apparato cinese, Nebulare , capace di una performance di 1,27 PETAFLOPS. AL quarto posto si piazza il supercomputer giapponese Tsubame 2.0 (1,19 PETAFLOPS) mentre bisogna attendere la quinta posizione per ritrovare un altro supercomputer statunitense , Hopper (1,05 PETAFLOPS), anch’esso costruito da Cray e gestito direttamente dal Dipartimento dell’Energia.
La Cina conquista dunque la vetta della superpotenza informatica, ma le statistiche della nuova TOP500 fotografano la perdurante superiorità statunitense per quanto riguarda il numero di sistemi in classifica: gli USA detengono ancora 275 dei 500 supercomputer più potenti al mondo, seguiti da Europa con 124 sistemi e Asia con 84 – la metà dei quali cinesi.
La nuova TOP500 sancisce inoltre l’enorme aumento di performance dei supercomputer, con 7 sistemi capaci di raggiungere o superare la classe PETAFLOPS – tre costruiti negli USA, due in Cina, uno in Francia e uno in Giappone. Intel resta il dominatore incontrastato dei componenti presenti all’interno dei supercomputer più potenti con 406 sistemi “Intel-inside”, ben al di sopra delle performance di AMD (57 sistemi). Le GPU – prevalentemente NVIDIA – entrano a far parte della dotazione di 28 supercomputer.
Che cosa riserva il futuro del supercalcolo? Gli USA promettono di riprendersi subito la vetta della classifica TOP500 e di spingere in avanti i limiti prestazionali costruendo, già nel 2012, un sistema “Sequoia” (realizzato da IBM) capace di superare i 20 PETAFLOPS. Novità dovrebbero arrivare anche da Microsoft Windows, che già quest’anno avrebbe potuto conquistare i piani alti della classifica se il team giapponese di Tsubame non avesse scelto di sottoporre per la valutazione i risultati Linpack ottenuti con Linux.
Alfonso Maruccia