Entrerà in vigore il prossimo 17 novembre 2010 il Regolamento che istituisce il registro pubblico delle opposizioni, che accoglierà tutti gli abbonati telefonici che non desiderano essere contattati telefonicamente per fini commerciali o promozionali: gli abbonati potranno chiedere, gratuitamente che il proprio numero telefonico sia iscritto nel registro. Sarebbe stato scelto anche il soggetto che gestirà il registro delle opposizioni al telemarketing previsto dalla recentissima pubblicazione del Decreto del Presidente della Repubblica 178/2010, ampiamente commentato anche su queste colonne.
Secondo notizie di stampa che circolano in queste ore il Ministero dello Sviluppo Economico avrebbe deciso di affidare alla Fondazione Ugo Bordoni la gestione del registro delle opposizioni. Come si ricorderà l’istituzione del Registro è stata demandata dal Regolamento al Ministero dello Sviluppo Economico o ad un soggetto terzo da quest’ultimo individuato.
La Fondazione Bordoni, come da Statuto presente sul sito, è un “Ente Morale senza fine di lucro, riconosciuto dalla legge 16 gennaio 2003, n. 3, come modificata dall’art.31 della legge n. 69 del 18 giugno 2009, come istituzione di alta cultura e ricerca, avente lo scopo di effettuare e sostenere ricerche e studi scientifici e applicativi nelle materie delle comunicazioni elettroniche, dell’informatica, dell’elettronica, dei servizi pubblici a rete, della radio-televisione e dei servizi audiovisivi e multimediali in genere, al fine di promuovere il progresso scientifico e l’innovazione tecnologica”.
La stessa Fondazione è sottoposta alla vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico, retto dal Ministro Romani.
La Fondazione ha diversi organi, alcuni dei quali di assoluto rilievo scientifico, e i criteri di nomina degli organi sociali sembrerebbero garantire in effetti il ruolo di “alta cultura e ricerca” delineato nello Statuto, nonché presentare le caratteristiche di imparzialità ed indipendenza che ne potrebbero consigliare l’affidamento di un ruolo cosi delicato. Se non fosse però che la Fondazione non è un Authority come ad esempio l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni o il Garante per il trattamento dei dati personali, e che all’interno della stessa Fondazione i soci potrebbero essere le stesse società che, al fine di contattare per telefono i consumatori, dovrebbero inviare alla Fondazione gli elenchi degli abbonati al soggetto che detiene il registro, per poi ricevere indietro gli elenchi “depurati” da coloro che non vogliono essere raggiunti dalle telefonate indesiderate. E che soprattutto potrebbero essere le stesse che dovrebbero poi essere sanzionate in caso di inosservanza.
E quali sono le Società Fondatrici della Fondazione Bordoni? Tutti i big della telefonia del Paese.
Basta andare sul sito della Fondazione Bordoni e verificare : il Comitato dei soci fondatori è presieduto da Fastweb ed è composto nell’ordine da: Telecom Italia, Vodafone, 3 Italia, Wind, più Poste Italiane, Ericsson, Telespazio.
Cioè proprio tutti quei soggetti che, in caso di violazione degli obblighi previsti dagli articoli 12 e 13 del regolamento, sarebbero poi soggetti alle sanzioni previste dallo stesso regolamento e dal Codice della Privacy e che di regola, almeno sino ad oggi, sono stati tra i soggetti più interessati allo svolgimento di campagne “massive” di telemarketing.
Spulciando meglio lo Statuto della Fondazione Bordoni ci si accorge che i soci Fondatori sono poi gli stessi che all’interno della Fondazione, secondo quanto previsto dall’art 5, versano contributi periodici, insomma sono coloro che “mettono mano” al portafoglio per il funzionamento della Fondazione.
Insomma, senza scomodare il noto adagio sul controllo dei controllori, sembra proprio che l’istituzione del registro ed il soggetto che lo gestirà dovranno essere attentamente valutati da chi deve decidere in merito.
Fulvio Sarzana di S.Ippolito
www.fulviosarzana.it