Diaspora, porte aperte ai sostenitori

Diaspora, porte aperte ai sostenitori

Lanciata la versione alpha privata del social network attento alla privacy degli utenti. Una prima tornata di inviti verrà spedita a tutti quei finanziatori raccolti tramite la piattaforma Kickstarter
Lanciata la versione alpha privata del social network attento alla privacy degli utenti. Una prima tornata di inviti verrà spedita a tutti quei finanziatori raccolti tramite la piattaforma Kickstarter

Scelta, possesso, semplicità . Sono queste le tre parole d’ordine tanto care ai fondatori di Diaspora, il social network open source che vorrebbe sovrastare Facebook grazie ad una maggiore attenzione nei confronti della privacy degli utenti.

In un comunicato , i quattro universitari di New York hanno annunciato l’avvio di una prima tornata di inviti, affinché la nuova piattaforma social inizi a popolarsi. E le porte di Diaspora verranno innanzitutto aperte agli iniziali sostenitori del progetto .

“Piccoli passi”, come sottolineato dagli stessi founder , che andranno innanzitutto incontro a tutti quei finanziatori raccolti tramite la piattaforma specializzata Kickstarter. Quegli stessi supporter che avevano permesso a Diaspora di racimolare circa 200mila dollari .

Gli inviti annunciati hanno dunque fatto seguito al lancio della versione alpha privata del social network open source, che cercherà nuovi adepti anche attraverso la mailing list dei quattro founder newyorchesi.

“Siamo orgogliosi di osservare dove è ora giunto Diaspora – si può leggere sul blog ufficiale – In meno di cinque mesi siamo passati dal nulla ad un grande punto di partenza, dal quale la nostra comunità può continuare con il suo lavoro”.

Lavoro che non sembrava aver attirato le più entusiastiche opinioni da parte degli sviluppatori alle prese con il codice di Diaspora. Quest’ultimi avevano parlato di un codice “davvero brutto”, pieno di buchi non degni di un developer professionista.

C’è chi si è comunque soffermato sulle possibili sorti future di Diaspora. Soprattutto sul modello di business che dovrebbe lanciarlo come una seria alternativa al gigante Facebook. Riusciranno i quattro founder a monetizzare il sito senza incappare negli stessi problemi in blu?

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
25 nov 2010
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