Gli scritti del matematico britannico Alan Turing, uno dei padri dell’informatica, una collezione di dimensioni enormi tra cui spiccano le sue prime pubblicazioni, non ha avuto offerte decenti nel corso dell’asta bandita da Christie ‘s .
Non sono bastati i 100mila dollari messi sul piatto da Google, né la campagna di raccolta fondi Saving Turing’s Papers che voleva poi donarli ad un museo e per evitare che finiscano in una misconosciuta collezione privata.
Il valore totale della raccolta, d’altronde, era stimato intorno alle 500mila sterline e nessuna offerta all’altezza è arrivata alla famosa casa d’aste Christie ‘s . Che invece in questi giorni ha venduto Apple I .
Per le preziose carte il fallimento dell’asta significa che un museo potrà provare ad entrare in contrattazione privata con il venditore. Oppure che la collezione rischi di rimanere chiusa in qualche buia cassaforte privata.
Claudio Tamburrino