WebTheatre/ Video analcolico all'italiana

WebTheatre/ Video analcolico all'italiana

di G. Niola - Esperimento a mezzo Facebook che ripropone un format pubblicitario televisivo. Ironia della sorte, riesce meglio in Rete. Ma è un successo vero?
di G. Niola - Esperimento a mezzo Facebook che ripropone un format pubblicitario televisivo. Ironia della sorte, riesce meglio in Rete. Ma è un successo vero?

In 3 anni di diffusione di massa italiana per Facebook abbiamo capito che il social network di Zuckerberg, a differenza dei competitor e di quelli che sono venuti prima, è un piccolo Internet a sé, una replica in scala delle possibilità e delle idee che animano la Rete, facilmente accessibile per chiunque in un unico luogo. Facebook ha ridotto l’esperienza Internet al suo minimo comun denominatore , e così ne ha allargato il pubblico. Normale quindi che toccasse anche al mondo delle webserie, cioè della serialità audiovisiva a mezzo web, trovare una sua miniaturizzazione per l’universo ristretto (solo rispetto alla totalità della rete) di Zuckerberg. E in questo senso, una volta tanto, uno degli esperimenti più interessanti in materia proviene dal nostro paese.

a un pelo dalla victoria

Si tratta di Ad un pelo dalla Victoria , una webserie tratta dal format che negli ultimi anni Crodino ha applicato per le sue pubblicità (Victoria Cabello e un gorilla che fanno vita di coppia) e diretta dal pubblicitario Erminio Perocco. Un episodio al giorno circa, ognuno lungo tra i 2 e i 3 minuti circa, ognuno a sé stante sebbene inserito in una trama più grande (la sorella di Victoria, interpretata da Vittoria Belvedere, si sposa e questa è l’occasione per il gorilla romano verace di conoscere i suoi parenti ricchi e snob).

È un tipico esempio di serie sponsorizzata (paga tutto l’analcolico biondo) anche se al suo interno, fortunatamente, non si beve quasi per nulla . La fortuna e il lusso che Crodino si può permettere sta nel fatto che Vittoria + Gorilla sono già riconoscibili e associabili al marchio senza ulteriori sottolineature interne. I colori, il logo e le immagini della bevanda compaiono in bella vista sul sito e prima e dopo ogni puntata. La realizzazione quindi non è appesantita da product placement e anzi è di qualità superiore alla media. La fotografia degli episodi è molto patinata, molto da spot pubblicitario ed è curioso e imprevisto come questo tipo di immagine ben si adatti al formato breve della Rete. Aiutati da un ritmo molto elevato e una comicità alla buona ma efficace, gli episodi scorrono piacevoli e innocui proprio come previsto. Non sta lì infatti l’idea alla base di tutto l’esperimento di Crodino Crazy Factory, ma nel piazzamento di tali video.

Nonostante esista un canale YouTube apposito , questi altro non è se non una base su cui uploadare video destinati ad un’altra distribuzione: Facebook. Ad un pelo dalla Victoria infatti esiste solo sul social network , non ci sono altre pagine ufficiali ad essa dedicate se non quella per diventare fan, la quale non linka solo i video ma anche un’altra quantità di materiale, dalle foto, alle notizie, fino alle note (in cui si espandono e allargano i temi trattati in ogni episodio con l’idea di coinvolgere l’utenza). Nel flusso che compare ai fan dunque ci sono status che annunciano la messa online del nuovo episodio, note, immagini, pillole dei video (come dei minitrailer da 20 secondi dell’episodio che verrà) e infine le puntate vere e proprie.

Dall’altra parte il sito ufficiale, crodino.it , oltre ad essere infinitamente più scarno, nemmeno menziona l’iniziativa. Ad un pelo dalla Victoria è un’idea che vuole avere senso solo su Facebook . Sono 360 gli iscritti al canale YouTube contro i 50.000 alla pagina del social network. Iscritti che si cerca in ogni modo di coinvolgere anche se la percentuale di quelli che fruiscono non è incoraggiante. I video infatti nei migliori casi si aggirano intorno alle 10mila visualizzazioni, la media di “Like” ai post è sotto il centinaio e i commenti ancora meno. L’utenza Facebook ha il “Mi piace” facile, non è detto che poi guardi un video, una foto o una nota, e del resto il sistema del social network non garantisce che tutti e 50mila gli iscritti visualizzino i post nei loro feed.

Da un punto di vista squisitamente contenutistico, infine, non si può negare che il prodotto sia buono. Anzi, allargando la pubblicità, dandole un filo conduttore e sottraendo la dittatura dell’esposizione del prodotto, si riesce anche ad allargare e rendere vera metafora la partecipazione del gorilla. Crodino si posiziona nel “basso” contrapponendosi “all’alto”: il gorilla è animale nelle sembianze e rozzo nei gesti, i parenti di Victoria invece snob già a vedersi.

Il gorilla è il diverso in tutti i sensi e, come nelle comiche mute, il diverso è il perturbatore della realtà, il portatore di caos e sconvolgimento perché l’unico che, pur stando fuori dal proprio ambiente, cerca di applicarne le regole. Ecco perché un umorismo praticamente identico a quello degli spot, nel momento in cui viene inquadrato in situazioni più chiare, risulta più efficace e in certo senso più godibile.

AD UN PELO DALLA VICTORIA – EPISODIO 1

AD UN PELO DALLA VICTORIA – EPISODIO 8

Gabriele Niola
Il blog di G.N.

I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo

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Pubblicato il
25 nov 2010
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