Toshiba, 3D senza occhiali

Toshiba, 3D senza occhiali

La giapponese lavora agli schermi auto-stereoscopici con sensore di orientamento. Un 3D visibile ad occhio nudo che può anche seguire lo sguardo dello spettatore, non solo per TV
La giapponese lavora agli schermi auto-stereoscopici con sensore di orientamento. Un 3D visibile ad occhio nudo che può anche seguire lo sguardo dello spettatore, non solo per TV

Quello della console Nintendo 3DS non sarà l’unico display 3D a fare a meno degli occhialini. Anche i produttori di TV stanno portando avanti da tempo la tecnologia del 3D “Naked Eye” per i loro pannelli. Il sito diginfo.tv ha messo le mani su uno dei primi modelli di schermi Toshiba auto-stereoscopici, in arrivo sul mercato nipponico. L’interessante prova è stata postata direttamente su YouTube.

Il prototipo in questione non si limita ad aggiungere una dimensione alla visualizzazione, ma sfrutta l’accelerometro interno per variare sensibilmente l’angolo di visione 3D fino alla cifra record di 90°. Gli algoritmi del Visual Field Tracking messi a punto dalla Toshiba manipolano l’inquadratura semplicemente rilevando l’inclinazione del display.

A quanto sembra, in questa proposta l’immagine non tende ad uscire dalla cornice dello schermo perché l’effetto gioca più che altro con la profondità. Ovviamente, il risultato “dal vivo” potrebbe essere molto diverso da quello del filmato ripreso. In ogni caso, il cambio di angolazione in tempo reale sorprende per puntualità e fluidità, anche se bisogna considerare che stiamo parlando di un oggetto poligonale mosso da un software specifico e non certo di un film live-action girato con inquadrature multi-angolo.

Applicato alle TV da salotto, un 3D “orientabile” di questo tipo, simile a quello immaginato da Apple , potrebbe certamente venire incontro allo sguardo dello spettatore: ma la tecnologia Toshiba spera di aggiungere “profondità” anche al mondo mobile, tra smartphone, tablet e console portatili. Nell’esempio, il potenziale dei sensori che orientano il punto di vista viene messo al servizio di un ipotetico shop online, che consenta di esaminare una scarpa dentro una vetrina virtuale.

Roberto Pulito

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Pubblicato il 14 dic 2010
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